Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte prima ma in tutta 1a questione mediterranea, compresa la questione balcanica. Gli effetti di questa nuova situazione non si vedono ancora quando Bi.ilow 1'8 gennaio 1902 parla al Reichstag della politica estera della Germa– nia. Della Triplice assicura che "gode sempre di una salute eccellente," e pensa e spera che "avvenga di essa come di quelle persone, di cui si annunzia falsamente la morte e che vivono invece molto a lungo": si tratta, infatti, di un sistema diplomatico, che è sempre "prezioso in altissimo grado, come solida garanzia di pace e di statu quo, anche fatta astrazione dalla circostanza, che è un utilissimo vincolo fra Stati, che per la loro posi– zione geografica e per le loro tradizioni storiche sono chiamati a rimanere tra di loro in relazioni di buon vicinato." Ma l'alleanza "non è piu un'asso– luta necessità per la Germania," e ad ogni buon conto "la Germania deve continuare a tenersi cosf forte, che la sua amicizia sia preziosa per tutti, e la sua ostilità non sia indifferente a nessuno." Alle quali parole la Nuova Antologia osserva ufficiosamente: "Senza troppo presumere, possiamo ben dire anche noi, che in questi momenti l'amicizia dell'Italia è preziosa a chiunque, e a nessuno può essere indifferente la sua inimicizia." E cosi s1 nmane pan. Quanto all'amicizia italo-francese, "la Triplice," dichiara Biilow, "non esclude le buone relazioni dei suoi contraenti colle altre Potenze, e non credo abbia avuto ragione quella parte piccola, anzi piccolissima, della stampa tedesca, che in questi ultimi giorni, a proposito degli accordi franco– italiani, ha dimostrato una certa inquietudine. In un matrimonio felice, il marito non ha da fare il viso dell'armi, se sua moglie fa per una volta tanto un innocente giro di valzer con un estraneo. L'importante è che non se ne vada insieme." Tutto sta a vedere se l'amicizia italo-francese, dovendo rimanere intatta per qualunque occasione, come ha detto Zanardelli, possa essere considerata come un semplice giro di valzer, o non sia qualcosa di piu. ·"La Triplice," continua Bi.ilow, "non è una società ùtituùa a scopo di lucro, ma una società di assicurazione. Essa non è offensiva, ma _difensiva; non è aggressiva, ma in alto grado pacifica." E con questo sembra rifiutare ogni aspirazione italiana della Libia, ma sembra rifiutare aq.che ogni aspira– zione austriaca sulla Macedonia. E contenta specialmente il sultano. Finalmente dichiara che "gli accordi franco-italiani sopra alcune que– stioni del Mediterraneo non vanno affatto contro la Triplice Alleanza." Cioè mostra di ignorare che esiste quell'accordo generale per tutto il bacino del Mediterraneo, di cui proprio in questi giorni (1 e 3 gennaio) hanno parlato abbastanza chiaramente Barrère e Delcassé. Quanto agli accordi speciali, di cui conosce l'esistenza, si limita a dire che possono coesistere colla Tri– plice26;ma non dichiara che la Germania sia disposta a riconoscere politica- 26 Secondo il testo tradotto dalla "Nuova Antologia," 15 gennaio 1902, p. 377, Biilow avreb– be detto: "Gli accordi franco-italiani sopra alcune questioni del Mediterraneo non vanno affatto contro la Triplice Alleanza, e soprattutto non sono compresi nella sfera della Triplice." Cioè venuto meno ogni bisogno della garenzia antifrancese del 1887, la questione di Tripoli è divenuta estranea alla Germania, la quale né contrasta né riconosce il programma dell'Italia. Altri giornali tra- 90 BibliotecaGino Bianco

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