Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte prima Queste riserve sulla conservazione dello statu quo, che riescono piut– tosto oscure. ai giornali italiani, 21 si debbono intendere nel senso che l'Italia, nel vedersi riconosciuta la preferenza, si è impegnata a non assumere la iniziativa di turbare lo statu quo, e a non mettere cosf l'Inghilterra nel– l'imbarazzo di dover venir meno agl'impegni, che ha con la Turchia per la difesa dello statu quo ottomano; ma qualora per cause indipendenti dal– l'Italia lo statu quo dovesse venir meno, allora il governo italiano avrebbe su Tripoli piena libertà d'azione. E che sia proprio questo il contenuto degli accordi italo-inglesi su Tripoli, risulta anche dalle dichiarazioni, che l'on. Prinetti fa il 15 aprile 1902, in conseguenza delle voci, che corrono su una imminente spedizione dell'Italia su Tripoli: Nelle condizioni presenti, non è punto nelle intenzioni del governo una spedizione violenta sopra una regione, che appartiene ad uno stato, col quale siamo in buoni rap– porti. Posso dire di piu: in quanto può dipendere dall'opera della politica nostra, noi daremo tutto il nostro concorso onde le condizioni presenti non abbiano a mutare. In ogni modo il governo sente di dover evitare, che in date evenienze, le quali non da noi dipendono e possono nascere all'infuori della nostra volontà e contro la nostra volontà, abbia a verificarsi la mancanza di previdenza, che altra volta si sono lamentate. 22 Naturalmente, dev'esser stata in questa circostanza regolata anche la materia dei confini orientali del territorio, su cui l'Inghilterra riconosce la prelazione dell'Italia. Sarebbe, infatti, assurdo supporre che questo elemento essenziale dell'accordo sia rimasto nell'equivoco. Ad ogni modo, nel 1905 era certamente risoluto, se l'on. Tittoni poteva dichiarare al Senato: Quanto alla questione dei confini della Tripolitania... quello che è dover mio e di chiunque venga a questo posto, è di provvedere perché nulla in avvenire si verifichi che possa pregiudicare gli interessi dell'Italia; e a questo riguardo, posso rassicurare il Senato, come l'hanno fatto i miei predecessori: poiché la questione dei confini, sia ri– spetto all'Egitto, sia rispetto alla Tunisia, è questione regolata ... Nulla c'è da temere a questo riguardo, e le preoccupazioni che piu volte ho inteso manifestare, non hanno fon– damento.23 L'accordo anglo-italiano non implica un riconoscimento da parte del– l'Inghilterra della situazione privilegiata, che l'Italia ha già riconosciuto alla Francia nel Marocco: questo problema resta sempre aperto fra l'Inghilterra e la Francia. E si deve ritenere che, qualora non intervenga un accordo tra i due governi, il governo italiano mantiene il diritto di rimanere neutrale fra i due contendenti. All'infuori di questo problema speciale del Marocco, l'Italia è tenuta 21 "Tribuna," 5 luglio, 25 luglio 1902; "Perseveranza," 17 luglio. 22 CAMERADEI DEPUTATI, Discussioni, XXI Legislatura, 2 3 sessione, p. 544. Dichiarazioni analoghe fa l'on. Tittoni il 10 maggio 1904. In questo senso si devono intendere anche le risposte, che dà il visconte di Cranborne, nell'aprile e nel maggio 1902, alle interrogazioni del deputato O'KELLY (Parliamentary Debates, CVI, 528, 807; CVII, 617). Cfr. UN ITALIANO, La politica estera in Italia, p. 538. 23 Sei anni di politica estera, p. 149, 150, 154; "Nuova Antologia," 16 maggio 1903, p. 320. 88 BibliotecaGino Bianco

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