Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La Triplice Alleanza per l'Italia di una vera e propria "preferenza di fronte a qualunque altra nazione," come dirà l'on . .Tittoni nel 1905. 16 Infatti nella seduta della Camera italiana del 22 maggio 1902, l'on. De Martino fa al ministro Pri– netti la seguente domanda: L'Inghilterra ha avuto cura di farci, per la frontiera occidentale della regione da essa occupata D'Egitto] significazione eguale a quella, che ha avuto cura di significarci la Francia rispetto al vilayet di Tripoli? o, in altri termini, se un giorno, per fatti indipen– denti dalla nostra volontà, lo statu quo non potesse mantenersi, l'Inghilterra si disinteres– serebbe, come la Francia, da speciali aspirazioni su quella provincia? Esistono in proposito intese diplomatiche? È evidente che una eguale dichiarazione di disinteressamento per la Tripolitania fatta dai due contraenti della convenzione del 1899, non al dominio diretto, cioè alla Turchia, ma all'Italia, varrebbe ipso facto ad integrare la posizione dell'Italia nella convenzione stessa, ciò che invano tentò il Canevaro ... Vorrei che le dichiarazioni del nostro ministro degli esteri valessero a dimostrare come sulla questione determinata, che ho preso a trattare, quelle stesse intese, che abbiamo con la Francia, abbiamo altresi coll'Inghilterra. 17 L'on. Prinetti, nella seduta del 23 maggio 1902, risponde: Rispondo in modo semplice, ma esauriente; sf, queste assicuràzioni ci sono state fatte. Questa mia risposta varrà, io credo, altresi a dimostrare che la tradizionale cordia– lità è stata riaffermata nelle nostre relazioni con l'Inghilterra. 18 Per parte del governo inglese, il visconte di Cranborne il 3 luglio dichiara: Il governo inglese ha di recente colto l'opportu'nità di dare al governo italiano assicurazioni, che hanno eliminato ogni regime di malcontento, che possa essere derivato per la questione dei nostri rapporti con la Francia rispetto all'hinterland di Tripoli (cioè per l'accordo del 1899). È inutile dire che l'Inghilterra non ha nessun disegno su Tripoli. Inoltre, abbiamo potuto assicurare il governo italiano che nulla è stato concluso fra l'In– ghilterra e la Francia, in occasione dell'accordo del 1899, che possa in qualsiasi modo compromettere il presente e l'avvenire della Tripolitania. L'Inghilterra desidera ardente– mente lo statu quo. Vi sono inoltre taluni impegni sanciti da trattati che regolano la nostra attitudine riguardo alla Tripolitania, e a questi impegni è nostra intenzione non mancare. Ma non vi ha bisogno di dire che in questa, come in qualsiasi altra questione, subordinatamente agli obblighi derivanti dai trattati, il §overno è pienamente disposto a tener conto (to study) dell'Italia e degl'interessi italiani. 1 E Lord Lansdowne ripete il 18 luglio: Il governo italiano ha avuto assicurazioni da noi e dal governo francese su questo punto. E tali assicurazioni furono trovate completamente soddisfacenti. Dando tali as– sicurazioni, il governo inglese ha avuto cura di aggiungere, che sebbene essa debba os– servare i suoi impegni, l'Inghilterra desidera che lo stato attuale di cose nel Mediter– raneo non sia turbato. 20 16 Sei anni di politica estera, Roma, in "Nuova Antologia," 1912, p. 148. 17 CAMERA DEI DEPUTATI, Discussioni, XX Legislatura, 2a sessione, p. 1963. 1s Ibid., p. 2036. 19 Parliamentary Debates, CX, 734. 20 Ibid., CXI, 661. BibliotecaGino Bianco 87

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=