Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte prima dere meno cordiali i nostri rapporti tradizionali di amicizia con l'Inghilterra, non potrebbe giudicarsi conforme agli interessi permanenti e duraturi dell'Italia nel Mediterraneo. 14 E l'on. Prinetti risponde, il 15 marzo 1902: Io posso assicurare l'on. Guicciardini e la Camera che le buone relazioni cost felice– mente ristabilite con la Francia, e di cui parlai nelle mie dichiarazioni del .14 dicembre, non hanno in alcun modo perturbato i rapporti di tradizionale amicizia tra l'Italia e l'Inghilterra. Basterebbero a dimostrarlo le nobili ed affettuose parole, che il ministro Chamberlain ha profferito nell'indirizzo del nostro Paese, allorché egli dichiarava di volere come attestazione di simpatia verso l'Italia modificare un'ordinanza, che aveva promulgato e che feriva il sentimento nostro e della nostra lingua. Ma io sono lieto di approfittare di questa occasione per dichiarare all'on. Guicciardini e alla Camera che i rapporti fra l'Italia e l'Inghilterra non hanno mai potuto essere piu cordiali e intimi che ora non sono. 15 Dunque gli accordi dell'Italia con la Francia non sono incompatibili con l'intesa italo-inglese. Fra Italia e Inghilterra non c'è un'alleanza vera e propria, bensf un consenso completo su tutte le questioni che possono interessare i due paesi, e la sicurezza che in caso di bisogno le forze armate . dei due paesi agiranno insieme per la difesa degli interessi comuni contro chiunque assuma l'iniziativa di menomarli o turbarli; un'intesa cordiale ~nsomma, pronta a. funzionare come vera e propria alleanza non appena se ne presenti la necessità, cosf come sarà nel 1904 la intesa cordiale fra In– ghilterra e Francia. 3. Le basi della intesa italo-inglese Quali sono le basi di questa nuova "dichiarazione di politica" italo– britannica? Certamente devono essere state ripetute incondizionatamente le dichia– razioni del 17 febbraio 1887, nelle quali, come a suo luogo abbiamo accen– nato, il ministro Salisbury e l'ambasciatore italiano Corti affermavano il comune desiderio di entrambi i governi che fosse mantenuto lo statu quo nell'Adriatico, nell'Egeo, nel Mar Nero, nella penisola Balcanica, e l'inten– zione di procedere d'accordo per l'attuazione di questo programma ìn caso di necessità. La riprova di questa ipotesi ci sarà data dall'azione comune italo-inglese del 1903 per ottenere la internazionalizzazione della questione macedone, da cui il governo austriaco cerca. di escludere l'Italia. · L'impegno dell'Italia di appoggiare l'Inghilterra nella questione d'Egitto deve essere ·stato, evidentemente, rinnovato. Per quel che riguarda la Tripolitania e la Cirenaica, la semplice assi– curazione dello statu quo deve essere stata sostituita dal riconoscimento 86 14 CAMERA DEI DEPUTATI, Discussioni, XXI Legislatura, 2a sessione, p. 127. 15 CAMERA DEI DEPUTATI, Discussioni, XXI Legislatura, 2a sessione, p. 160. BibliotecaGino Bianco

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