Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte prima Siamo, insomma, di fronte ad una vera e propria "dichiarazione di politica generale" concorde, analoga a quella italo-inglese del 12 febbraio 1887. Vi ha in queste parole - commenta il Giornale d'Italia del 20 marzo 1902 - molto di piu che un semplice accordo negativo, per il quale, tracciate le rispettive sfere d'influenza, cessa ogni ragione di ostilità, ma ciascuna Potenza rimane indifferente a ciò che l'altra fa nella propria sfera, cosf che esse possono ben dirsi ravvicinate e amiche, ma non unite. E che si tratti di un fatto nuovo, da non confondere con l'accordo marocchino-tripolino, è confermato dal marchese Visconti-Venosta, il quale in una intervista che concede al Figaro del 24 aprile 1902, distingue netta– mente fra la "constatazione degl'interessi reciproci," avvenuta a suo tempo, e "l'accordo per il Mediterraneo, testé co'f!,chiusodall'attuale Ministero." 4 Quale forma diplomatica precisa ebbe questa intesa? Il Times, del 10 gennaio 1902, afferma, per averlo appreso da "un autorevole diplomatico residente a Roma, eccellente autorità nelle questioni internazionali," che non esiste né una convenzione, né un protocollo e tanto meno un trattato; ma si tratta solo di conversazioni amichevoli, messe sulla carta e contro– firma te dai rappresentanti dei due paesi, le quali costituiscono un accordo con reciproche garenzie e determinano i reciproci diritti e doveri riguardo al bacino del Mediterraneo. 5 E la Tribuna del 22 gennaio 1902 conferma le informazioni del Times, facendosi comunicare da "fonte autorevolissima" parigina l"' assicurazione" che non esiste un "vero e proprio protocollo, ma soltanto processi verbali delle conversazioni scambiate cosf a Roma, come a Parigi." Per quel che riguarda il contenuto delle "conversazioni," qualche luce ci è data dalla intervista Delcassé-Ojetti pubblicata sul Giornale d'Italia del 3 gennaio 1902. In essa, infatti, Delcassé parla non solo della "costa settentrionale del Mediterraneo," ma della penisola balcanica: Anche nei Balcani, la Francia e l'Italia debbono procedere piu che d'accordo. Quale Potenza può meglio della Russia comprendere ed assecondare le aspirazioni dell'Italia nella penisola Balcanica, e precisamente tra la Macedonia, la Serbia e l'Adriatico? Nes– sun'altra Potenza, potete esserne certi. Dunque l'accordo copre anche la questione balcanica 6 e funziona come controassicurazione per l'Italia, di fronte alla intesa austro-russa e agli incerti la Conférence d'Algesiras, Paris, Plon, 1909, p. 125). Cfr. dello stesso DELCASSÉ il discorso alla Camera dei deputati del 24 gennaio 1908: "Il semblait logique et juste tout ensemble que, la cause des nos disaccords supprimée et nos intérets respectifs délimités et sauvegardés, l'Italie consentit à mettre sa politique génerale en harmonie avec les rapports nouveaux établis avec la France. C'est, en efjet, ce qui s'est produit" {Annales de la Chambre des députés du 14 janvier au 14 avril 1908, p. 132). 4 "Tribuna," 25 aprile 1902. s "Tribuna" e "Giornale d'Italia," 11 gennaio 1902. 6 Che fra Italia e Francia sia stata regolata la questione albanese, è affermato anche da sir CHARLEs DILKE alla Camera dei Comuni inglese, il 5 luglio 1902: Parliamentary Debates, CX, 82 BibliotecaGino Bianco

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