Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La Triplice Alleanza Non esiste, dunque, piu se non un'am1c1zia generica con la speranza che si possano conchiudere accordi concreti su base di equità e di sincerità, quando se ne presenti l'occasione: le dichiarazioni italo-francesi del dicem– bre 1900 non hanno dato luogo a nessuna trattativa con l'Inghilterra: cioè l'Inghilterra non ha ancora aderito al patto fra Italia e Francia per l'Africa settentrionale. I E questa era ancora la situazione sulla fine del 1901, se l'on. Maggio- rino Ferraris sulla Nuova Antologia, esponendo come idee proprie il pro– gramma del governo, scriveva: Piu difficile sarebbe delineare l'attitudine dell'Inghilterra in questa [di Tripoli] e altre questioni. Le simpatie per l'Inghilterra sono tradizionali nel nostro paese: di tutte le Nazioni, l'Italia fu quella che, nella dolorosa guerra del Transwaal, meno diede significato ostile contro l'Inghilterra alle sue simpatie per la causa boera. Ci duole dirlo, ma tale condotta del nostro paese non venne apprezzata e forse neppure conosciuta a Londra, ·specialmente nelle sfere del governo... L'Inghilterra ha cessato di conoscerci, di interessarsi di noi, e pur troppo ci ha avvezzati a fare a meno di lei. Malgrado questa recente e poco lieta orientazione della politica estera dell'Inghilterra, non crediamo che essa possa avere difficoltà alcuna ad una nostra eventuale espansione in Tripoli ... Uno dei migliori risultati del ravvicinamento italo-francese, come appare da alcuni articoli della stampa di Londra, è di avere alquanto ridestata l'attenzione del mondo inglese sull'Italia, o di avere forse fatto riflettere alquanto l'Inghilterra sopra i resultati infecondi della sua recente politica estera... È evidente che l'intesa circa Tripoli è per noi condizione essenziale per la rinnovazione della Triplice e per il mantenimento delle antiche ami– chevoli relazioni coll'Inghilterra, che desideriamo diventino anche piu cordiali ed intime. 52 L'intesa italo-inglese, insomma, deve considerarsi decaduta per desue– tudine, ed è da vedere se e come possa ritornare in vigore e conciliarsi con la nuova amicizia fra Italia e Francia. Una soluzione di ogni difficoltà l'aveva proposta fino dal 1897 l'Im– briani, invita'ndo senz'altro Inghilterra e Francia all'" Entente cordiale" del 1904! Voi mi direte: se si potesse stabilire un altro accordo [anglo-francese] nell'Occidente dell'Europa, com'era quello, che in gran parte ha maturato i fatti del nostro paese, certamente noi seguiremmo questa via con ogni simpatia e con ogni energia; ma vi sono interessi diversi fra l'Inghilterra e la Francia per l'Egitto, e noi ci troviamo da questa diversità d'interessi neutralizzati nel Mediterraneo. - Ciò può esser vero fino a un certo .punto. Due popoli, come la Francia e l'Inghilterra non possono non esaminare a fondo tutte le conseguenze, che porterebbe alla civiltà del mondo e alla loro vita stessa una lotta fra loro; e dopo un tale esame si distorrebbero dall'imprenderla. Quindi timori grandi su questo punto non dobbiamo averne: ed anzi una parola alta e serena del– l'Italia e un'azione sua corrispondente, potrebbe condurre ad una comunanza di idee e ad una transazione, nella quale.ognuno naturalmente dovrebbe nell'interesse generale ceder qualche cosa. 53 52 "Nuova Antologia," 1° gennaio 1902, pp. 176-78. 53 CAMERA DEI DEPUTATI, Discussioni, ·xx Legislatura, la sessione, 9 luglio 1897, p. 3153. 79 . BibliotecaGino Bianco

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