La rosa e l'usignolo

-5trionfa, gli fa sprezzare il 1>erlcolodi sommergersi l! ùi morire. GeUossi t1uinclinella rapida corrente del fiume, ed a gran pena giunse ali' altra sponda. Colà semivivo e senza fiato cadde sdrajato tra il folto fiorito stuolo delle sentinelle del portinajo, le quali anebbcro potuto ben tosto incatenarlo e cacr.iarloIn prigione. Ma poiché senza l'ordine del portinojo Cipresso non è lecito avvicinarsi a veruno straniero, perciò annunziarono a questo I' arrivo dello sconosciuto. Accor~oviil port inajo Cipresso, lo ,ollcvò e e-oninterrogazioni i11Icstigò r.hl egli fosse, d' onde venisse, e perché si fosse recato alla sacra città dillo5ajo. Appena l' Usignuoloebbe sn•lato il nome suo e di suo padre, la schiatta e la città, conobbe tosto il Cipresso, esser lui figlio del suo primo padrone, aHa cui porta era stato lungo tempo nell'uffizio di portinaio, cd averlo molte volte portato sulle sue spalle. Presolo a m11110e, onorevolmente lo pose a riposare nel!' alta sua stanza; lo incoraggì a non avereverun timore ili chicchessia, promettendogli in ogni evento la sua protezione. A qur.ste i11aspe1tateconfortatrici parole del portinajo e~ullò di allegrrzza il cuore dcli' Usiguolo. 111quell'albergo si occupa nella rontemplazlone del suo amore: fuggì il sonno dagli occhi e dalle sue pupille il riposo: e stava tutta la notte in grandissimo affanno. Non potendosi contenere, si leva allo spuntar dell'alba, e dall'alto della sua stanza inco111int:ias,econdo il suo pristino costume, a modulare gorgheggir.osi soavi di amore, che attoniti ad ascoltar se ne stavano tutti della citta. Nessunoperò conoscevachi fosse , e donde venisse questa modulazione, essendochène il portinajo ne le sue sentinelle lo manifestarono a chicchessia. V. L' Usignuolo, acquistato alquanto di confidenza, si mise a far ogni matli11aeccheggiare Rosajo dei più soavi concenti. li 1>erehéa tulli egualmente i 1·i1tadini11egiunse la iama. Senza però curarsi tampoco di sapere chi fosse o per rhi ardesse di amore, lo ascoltarnno con piacere, ammaliati dalla soavitii della sua voce. La bellissima Rosa-incorrutlihile conobbe dal racconto di Zeffiro esser giunto quello stesso amoroso Usignuolo, e n'esultò. llla dissimulando ogni cosa, <'hiamò il corriere e gli disse: -- Che cosa é questo movimento suscitato nella mia città? .•. e r.hi i• costui, che cou tanta temeriti.iogni mattina fa risuonare Rosajo? Credè Corse, che questo sia uu luogo disahilato ?... Vattene sollecitamente ed indaga e scopri rhi sia, e perché proclami così liberam<'nle il suo amore: te ne i11forma bene, e \'ientene a me. -- Partì Zelfiro, e dopo molte indagini lo tro\'Ònel!' alta stanzadel portinajo. Lo riconobbe s·ubito, e salutandolo disse: __ Sii tu il ben ,·cnuto, o innamorato gi111'ine.Come trovasti questa città:•... come hai potuto entrarvi? ... o piutlosto, come anlisti di mostrarvi ti e di cantare? ... Non te 'I diss' io, che avresti dovuto inconlrare molte fatiche?... E sehhem•io goda, che sii giunto in buona salute, temo però, che tu 11011 debba soffrire molti castighi. Ecco infatti un grande tumulto è nellacittà, ed a11chela mia Siguora sdrgnata vuol sapere chi sia colui, il quale osa spargcn i tautu scompiglio.~--

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==