La rosa e l'usignolo

-2comandando ai soldati, al capitani, agli ufflziall, alle ragazze, d'esserle obbedienti e di servirla colla maggiore prontezza. Alla porta del palazzo della regina pose, come ut1 particolare custode, lo Spino, armato di tagliente spada; sentinella attenta a prevenire qualunque impresa temeraria, che avesse potuto cagionare alcun male alla Rosa. Il. La Rosa, ancor nella sua boccia; cioè, tra le delizie dell' infonzia; seduta sul tro110reale, passava il suo tempo In gioconde festé soltanto ed in danze, partecipando colle sue donzelle a tutta la giocondità de' suoi piaceri. Un gioruo in sull'aurora, vestita dell'ampio suo manto di porpora, adorea de' suoi pendenti alle orecchie, de' suoi rliadr.mi, delle sue collane intrecciate di smeraldi, comanda alla fontana mitigatrice del calore, che le dipinga il suo fulgirlospecchio. Ella contempla i bellissimi suoi lineamenti r.d attonita esclama: -- Oh quale impareggiabilebellezza, qual piacevoleaspetto mi ha comunicato il mio creatore! Si trova mai chi sulla terra mi uguagli? Son io la sola posseditricedi questa bellezza? No, non crederò mai, che si trovi alcun essere vivente, che mi pareggi in grazie ed in beltà. -- Ciò dicendo s' insuperbì per tal guisa, che 110nseppe trattenersi dal chiamare. Zeffiro suo corriere, a cui comandò di recarsi a scorrere con ogni diligenzada un angolo ali' altro la terra, per esaminare se vi fosse bellezza uguale alla sua; e di recartene poscia la notizia. Subito il corriere, obbediente ai comandi di lei, partì velocissimo, e scorrendo dall'oriente ali' occidente e dal settentrione al mezzogiorno, rccossi a tulle le città, nelle abitazioni nelle pianure e nelle montagne, e in tutti gli angoli della terra, per i mari e pei continenti, per le acque e per I' aria, invesligandoda per tutto con uno sguardo scrutatore: ma non trovò neppure una creatura, che la uguagliasse. Ritornò quindi alla sua Signoraad informarla. III. Passando Zeffiro pre~souna selva udi i gorgheggi di un cantore, il quale con voce soavecd armonica modulando canti di amore faceva cchei;giare la selva. Arrestatosi alquanto ad ascoltare, talmente fu rapito da mara,·iglia, cht!gli agili suoi piedi intorpiditi non potevano più progredire nemmeno di un passo. Fu costreuo perciò ad entrare nel bosr.o, per vedere chi fosse il cantore, e vide in un angolo un essere spregicvole, infelice, debole, meschino, di secchegambe, il quale non guardava mai 11èa dritta nè a manca; ma continuamc11teramingo, saltellando modulava r.anti di amore. Dop9_di essere stato alcun poco ad ascoltarlo gli si avvicinò, e salutatolo cortesemente gli disse: -- O giovine amoroso, dimmi, te ne prego, chi sei? d' onde sci~ r.om' è il tuo nome? per chi sei così acceso di amore, che fai risuonare questa selva della tua armonica voce? come sei divenuto così miserabile e meschino? Ti prego, 1101m1 i celare la passione del tuo cuore, perciocchè il mio mi assicura, cbe tu sei 11atoda illustre schiatta, e il tuo misero aspetto mi amareggia per compassionedi te. ~-

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