La rosa e l'usignolo

\ -14stesso generale Solr,, onde riparare ai precedenti danni da lui cagionalia nosajo presta loro il soccorso delle sue armi riscaldatrici. Uscito con tutti questi preparativi, circonda nosajo. Le circostanti piauure sono adacquate; dall'alto e ncll' interno si scaricano acque a rovesci, e sommergono le trnppe dell'imperatore Inverno. Indarno il freddo generale Nevesi srorza a dar coraggio ai suoi soldati per rintuzzare valorosamente il nemico. Essi per la maggior parte periscono soffocati dalle acque, parte si dileguano sbaragliati. Laonde, senza speranza di veder giungere nuove truppe in suo ajuto, senza speranza di salvare neppure sè stesso, a guisa del ghiaccio, che dinanzi al ruoco si scioglie, egli pur si dilegua e perisce, cd è costretto, senza lasciare veruna traccia di sè, a vedersi cacciato di là col piccolo rimasuglio delle sue truppe. Allora con magnifica gloria e con grande trionfo il re Aprile entrò nella città di Rosajo, ed offerendoal Sovrano e alle truppe, che lo avevanoajutato, le spoglie del nemir.o; quanto di ghiacci aveva lasciato l'Inverno; andò al possesso de' suoi stati tra i contras~egni della riconoscenzae del rispello. In somma, non ,·• ha nulla di più interessante quanto il rinnovare le mura di nosajo, il riordinare le truppe e capitani e con essi gl' impiegati, le giovani donzelle e II seguito. Adorno sontuosamente del più vivo risalto e più luminoso di prima, prendendo per mano sua figlia la Rosa-incorruttibile, con tutta la magnificenzadi sua possanza la ristabilisce sul trono. XIV. Dappoichèfu salita gloriosamente la regina sul trono e n' ebbe resteggiato colle sue giovani ragazze il felice avvenimerrto, si ricordò dcli' Usignuolo suo amante. l\:lasaJ)endo, che in mezzo alle gravi calamità molte a11gustie stringono i miseri, non potè frenarsi e volle assicurarsi dello stato di lui. Chiamatoperciò lo Zeffiro, suo corriere, gli dice: -- li mio povero Usignuologeme c~rtamente ancora in prigione. Voglio che tu vadaa vederlo; e se egli è sano, che t'informi del suo stato e li affretti a recarmene la notìzia. -- Andò il corriere e lo trovò imprigionato in una gabbia, gravemente ammalato e senza forze, come se fosse stato sul finire della sua vita. Lo salutò e gli disse: -- Come te ne stai, o nobile amante? La bellissima Uosa mia n~gina vuol sapere lo stato tuo. -- L' Usignuoloali' udire il nome clellaRosa, come se rosse stato un morto che risorgesse, aperti gli occhi, disse: -- Vivo io dunque ancora nella momoria della mia regina? -- nispose lo Zeffiro: -- Ella ru, che a te mi spedì. -- -- Ohimè! soggiunse l'U~ignuolo, tu vedi me e la mia debolezza.Se ancora qualche istante tu avessi tardato, io avrei reso ii mio ultimo respiro. !Ila il dolce suono dcli.i tua voce, nel proferire il nome di lei, mi ha donato la vita, e credo, che da quind' innanzi 11011 morrò. -- -- Rinforzati; gli disse lo Zeffiro; datti animo, perchè la Rosa regina ti ama e si rallegrerà della tua esistenza. Rimanti ora e sta lieto: ella con impazienzam' aspelta per udire tue notizie. --

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