La rosa e l'usignolo

-15Così dicendo ritornò alla regina, e le narrò tutto. La Rosa intenerita soggiunse: -- È mio dovere adunque, eh•io vada :i lui, perchè il visitare gli ammalali è azione Yirtuosa. Suvyia, Zeffiro: audìamoYi assieme. -- Disse: es' aYviòalla Yoltadella prigione. Lo Zeffiro, corso innanzi, ne diede l'annunzio all' Usignuoloe gli disse: -- Coraggio, o nobile amante: ecco la bellissima tua Signora, che Yiene a visitarli . -- E mentre ciò pronunziava, comparvela llosa scintillantedi gloria, e fiammeggiante per la bellezza, ed empi la gabbia dellasoavità del suo olezzo. L' usìgnuolo al vederla, ravvivalo dalla bellezzadel suo aspello e dall'olezzo dei suoi profumi soavi, si sente pieno d' indicibile allegrezza, e, riavutosi dcli' a11imo,tanto acquista di forze, che, se 11eavesse avuto licenza, avrebbe rotto la sua gabbia per gettarsele ai piedi. Nel trasporto dellasua gioja esclama con una voce la più sonora: -- Sogno io adunque o sono desto? D' onde a me, che la mia Signora si abbassi persino a visitare un suo servo? -- -- Esulta, rallegrati, o 11obileamatore, gli risponde la Rosa. In yerità molte pene e aOlizioni ti cagionò il mio amore ! È Lempoadesso, che tu riceva il premio della tua sofferenza. Io me ne vado al mio padre per iscongiurarlo, che si compiaccia di donarli a me. Un istante ancora abbi pazienza, e liberalo dal carcere sarai meco nei piaceri della giocondità. -- Ciò detto, la Rosa cone a suo padre, e gli <lice: -- Rammenta, o mio padre, cbeper le accuse dcli' invidoSpino, comandasti, che quel!' innocente e fedeleamante, l' Usignuolo, si custodisse in carcere, fiuchè tu ne avessi formalo il processo, e ne avessi fallo giustizia. Ma per la serie de' varj avvenimenti accaduti l'infelice sLa tullora in prigione. Ora, clw io gloriosamente ed autorevolmente fui rislabilita sul mio trono, ti sup1,licoa tenere giudicatura dell' Usignuoloe dello Spino, ed a trattare ciascuno secondo i suoi meriti, perchè voglio, <'bedove son' io meco siano anche i miei fidi amici, ed alla mia presenza godano dei miei piaceri e della mia gloria. -- -- JUiaamatissima: le rispose il re: ho conosciuto ad un punto stesso l'invidiosa perfidia dello Spino e l'innocenza dcli' Usignuolo: ma non v' ha più luogo a processi'..Oggi ho ordinato il generale giudizio: tu distribuisci loro la ricompensa o il castigo. -- Comandò quindi ai cacciatori di trar fuori della prigione l' Uslgnuolo,e di farlo comparire col suo avversario ali' udienza della Rosa. La Rosa tosto radunò i generali e gl' impiegali suoi, e poscia in una solenne assemblea chiamò ad esame le azioni di ambidue, slccbèl' Usignuolofu giustificato e proclamato degno di premio; lo Spino fu condannato ad essere bruciato in un'ardente fornace. Allora disse la Rosa ali' Usignuolo: -- su,•via, nobile e redele amante, entra nella gioja di perenni delizie per godere della mia presenza e de' miei piaceri. -- E sull' istante, fattolo vestire di un ampio manto di porpora, dovutogli per la regia sua origine, e postagli in capo la reale corona, splendente per le gemme, lo dichiarò suo cantore amoroso e suo compngnodel regio trono, a godere insieme gloria e allegrezza scuza limite ne' confini.•

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