La rosa e l'usignolo

-,11A seconda dell'ordine dell'imperatore Luglio, il gran generale Sole, munito delle sue armi da ruoco dalle regioni della zona torrida, suo con• sueto soggiorno, venne a sc.-.agllarsisopra Rosajo. Incominciò dal suscitare col fuoco della sua artiglieria un eccessivo caldo per consumare tutto: sitf.hè per la forza di questo calore il pampino annerì, il pero e l' abicocco ingiallirono, il ciliegio diventò del colore di sangue, la verdura de' vegetabili disseccò. Tutte le piante, novelle e vecchie, appassiscono e languono: si sforza il re Aprile a combattere con esso r e radwia le truppe e i suoi r.:ipitanl, cioè, i fiumi e le fonti. Distribujsce in varj punti le schiere de' suoi combattenti, cioè, le gocciole di rugiada e di pioggia: rinvigorim: le acque cristalline, le esorta a rinfrescare gli eserciti delle piante ramifere e gli ullìziall civili carichi di fiori a mille colori, acciocchè siano in grado a combattere contro l' impeto del Sole infuocato. l\la non polè resistervi: perciocchè abbrucctava lutto e consumava chiunque gli si faceva incontro. Non pochi de' capitani, i quuli, come I fiumi, prestavano le loro armi cristalline, e, come le rugiade e le pioggie, rinfrescavano le truppe, sono posti in fuga, a guisa di vapori e sono sbaragliati. Parecchi, come I ruscelli, muojono inariditi, sicchè consumasi abbrustolila anche una gran quantità di uffiziali fiorenli, di decurioni a foglie aperte, di scelte truppe: altri appassiti per lo ardore si curvavano a terra . Gll. abilatori della ciltà per le molte sciagure si sommergono in mezzo ad tln mare di sudore. Alla vista di così disastrose vicende il re Aprile,, perduta ogni speranza, prende la Rosa-incorruttibile, sua figlia, e senza lasciare nemmeno traccia fugge da Rosajo: nè v' ha chi possa sapere ov•egli sia andato a nascondersi. Ma il Sole, generale dcl1' imperatore Luglio, allunga ancora per qualche tempo la sua dimora colà; e, dopo di avere vie più ridollo a desolazione Rosajo, lasciando il resto degli abitatori delfa cii La in mezzo ali' ardore e all' abbattimento, ritorna indietro e se ne m per la sua via. XI. Udì tulle queste vicende di Rosajo li duca Autunno, il quale, a guisa di principe i11dipendenlr., abitava in Europa, tra il pone11Le il settentrione del globo (*); ed assicurato della fuga del re Aprile e della partenza del grangenerale Sole, riputò momento opportuno ad impadronirsi di un paese, che non ha padrone. Chiamò il suo generale Sfronda:tore, personaggio di accortezza e di spirito r e gli diè ordine di prender seco ogni sorta di provigioni, di merci, di frulla, di bevande; e poi alla testa de' suoi perfidi r~pitani e soldati, di recarsi a pigliare il possesso de1lacittà di Rosajo . Ivi da J>rimacoli' ajuto di un' astula liberalità, di una finta amicizia e dolcezza guadagnarsi gli animi degli abitanti. Poscia con sagacita spogliarli e impoverirli tutti. Abbia però I' avvertenza di starsene in pronto a fuggire ogni qual volta fosse per iscagliarvisi un qualche piu polente sovrano. 11 generale Sfrondatore, ricevuti dal dura Autunno questi ordini, e disposti tutti i preparativi a tenore del1e ammonizioni del suo signore, entrò, (•) Chi scri-t·e è uu armeno, t! l'Europa rehti.,amente ill1 Armepi~ è ;a1norJ-o.-c,t.

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