La rosa e l'usignolo

-8- -- Donde nasce ella dunque cotesta rorra potente dcli' am1m:,, -- rirrigliò il Giacinto. -- L'amore, disse l' Usignuolo, è causa ed autore di ogni u11io11el.'cr una emanazione dcli' amante e dcli' oggetto amalo slabiliseti tra lorn delle relazioni, essendo appunto il nodo e H viucol<► che uuiscc. Per la possanza de11asua azione egli penetra nell'amante e nel:' amata;. s'immedesima co11 loro, e diventano tutti e tre un solo ~ulto inseparabile. -- -- Quale vantaggio, sfrggiunse il GiaciHlo J te ne dcrirn, se Ll Rosa non li conosce nè ti ama? -- •. Mi basta, rip·iglrò t' Usignuolo, V amarla con tutto l'ardore dcli' animo mio; perci"occbèla forza dcli' amore, simile aHa calamita, attrae I' o.,- geuo a111atn, lo fa conoscere ali' amante, e Ji lega di un solo nodo. -- -- i-: a~~aidilfrcile questa impresa; disse il Giacinto; e molle pene li cagioneril. l\lcglio faresti a scacci-arequeslo desiderio cd abborrire la sorte, d1e si prende giuoco del tuo ripnso e della tira felicità. -- -- li mio riposo e la mia felicità; rispose l' Usiguuolo; consi~touonel conoscere t~ nel vedere la Uosa. -- -- Infelice straniero r me ne dispiace per te; imrchè se la Ilosa venisse a sapere J.-. tua strana tcrnerttà, comanderebbe subito clii' fo5s• castiga:o. -- -- lo sono prcparntu ai suppHrj; e qualunque castigo da lei mi \'Cllissc, · lo ane i per un favore. -- -- Convien dire, che ne abbi avuto qualche moiirn di sperama per css~ re così fermo nel!' .1111otruo. -- -- La mia frrlc è mia speranza~ e questa mia speranza è gr.1nde, e non mi lascia dubhiQ, rrè mai mi l'-.is1.,iedràeluso. Credo, che un giorno vedrò esauditi i miei pricghi, ed arriverò alfa meta delle mie brame. -- -- E per quale caparra tanto speri e credi? -- -- Sooo certissimo, soggiunse I' Usignuolo, eh' ella di me si compiace, artrimenli sino daHaprima volta, ali' udire la ,·ore de' miei canti, e di canti d'amore verso di lei, mi avrebbe sull'istante o punito- o scacciato dalla sua cii tà di nosajo. -- Dasta11Lcio' gnizioni avendo raccolto l'astuto Giacillla, dissegli in aria di r.onvincimento. -- Avrò molto p'iacere se re tue speranze non andcrauno giammai fallite. -- Ciò detto, lo lascia e ritorna a narrare di•s!intameute allo Spino t•Jl10 ciò che da lui aveva udito. vm. Furibonllo Io Spino si a1Tretlaa recarsi arra porra del pal.izro delta Rer sa p-er rarne -tendctra ali' avvicinarsi dcli' Usrgnnolo a quei dintorni. L'amoroso Usignuolo, come dicemmo di sopra, avendo qualche appoggio uel fiiture della regina, s'accosta al palazzo, sperando dr poter cro,'are umr 11ualc-hcmaniera di ,edere la famosa bellezra dei llneamcntì della Ro~a. Ma lo Spino, Insidiosamente sangurnario, alzando 11111' a un tratto la sua spada yibra un colpo nel petto dcli' infelice, e senza uccidt'rlo lo ferisce e lo 111e11inc fuga. Poi, recatosi alla rc~iua, dice: -- Signora! Suppia la mae~lit tua, ehe qu-cl furfa111e,quel 111alamlri11o,

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