La quistione romana nell'Assemblea francese

38 LA QUISTIONE ROMANA r·eazionari. Sì, dicevano essi, la lettera non esprime che dei voti e delle sperame; si dimanda molto per ottenere il possibile; ma in sostanza il Papa è libero di accordar ciò che vuole, noi non possiaùw.che supplicarlo; proprio questo ci ha detto 1\f. Thiers . Oh! guardate! quando si trattava del popolo, si supplicò col cannone ; ma il Papa è pienamente libero , di qualità che se a Pio IX fosse piacciuto di ristabilire in Roma il regime di GregorioXVI, laFrancia, al dire di M.Thiers, non avrebbe potuto neppur zittire ; e il valente politico vi avrebbe dimostrato che la nostra Costituzione non ne saria stata offesa l egli vi avrebbe detto che senza noi sarebbe stata l'Austria a restituire ii dispotismo; e così in ogni caso noi avremmo servita la causa della libertà. (Riso d' approvazione a sinistra.) Ma parliamo sul serio; la lettera non esprime voti, ma condizioni : essa è un ultimatum; laceratela, calpestaela se vi piace , ma risparmiateci il ridicolo dei sofismi. La lettera promette al popolo romano un'amnistia generale; e ciò significa senza eccezione, senza riserva; o vorreste che la vendetta scendesse dalla sede del S. Padre? che i nostri soldati la facessero da gendarmi della inquisizione? (Riso· d'approvazione a sinistra. ) La lettera promette al popolo che i laici sarebbero incaricati della pubblica cosa; e ciò importa che nella pubblica cosa non debbono metter mano più i preti. (Interruzione e sorriso a diritta.) Io che vi parlo , o signori, non sono un nemico dei preti ; e poichè la vostra interruzione mi ci obbliga , io vi dirò chè sono stato allevato nei sentimenti cristiani da una famiglia eminentemente religiosa; io vi dirò che tutto quel che valgo in sapere, se valgo nulla, lo debbo

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==