La quistione romana nell'Assemblea francese

NELL' ASSEl\lBLEA. FRANCESE. 33 dimeno appena il generale Oudinot è padrone di Roma, che si affretta a ristorare di sua propria autorità il poter temporale del Papa; c voi sentiste oggi il ministro degli affari esteri congratularsene con esso lui. Oh che! si oserebbe sostener tuttavia che la ristorazione del potere papale era desiderata dai popoli italiani? Ma in un dispaccio del generale Oudinot voi troverete, che alcuno in Italia più non voleva il governo dei preti (1) ! A sinistra. È verissimo. (Da parecchi si sorride.) M. MATHIEU. Voi sorridete, lo veggo, e intendo ciò che vorreste dirmi : noi , mi replicate, in Pio IX abbiamo gnardato non il Pontefice ma il re. Or bene io lo sapeva l Non fu un pensiero religioso che vi condusse in Italia, bcnchè lo abbiate detto: fu un pensiero ostile alla libertà ed alla democrazia. Poco appresso il proclama di Civitavecchia le nostre armi avanzarono su Roma, di conserto cogli agenti diplomatici. I nostri soldati, lo so, si mostrarono sotto le mura di Roma quel che furono in ogni tempo sot.to le mura di tutte le capitali di Europa; ma ·qual giuoco avete voi, signor ministro, fatto giuocare alla nostra diplomazia? Vien pria di tutto la rivocazione di M. Lcsseps, vendi- (1) ti generale Oudinot scrisse solo che il governo dei preti non tt·o vava nei popoli simpatia; ma si osservi che egli ciò scrisse quando ap· pena avea messo piede sul suolo romano, e quando non avea potuto sen· ti re che i democratici. Ma dopo essere stato in Roma alc11ni mesi, escorte le cose cogli occhi propri, ne ha portato un tutto diverso gi uilizio. Quel primo adunque non serve ad altro che a rendere più autorevole il secondo, in quanto lo chiarisce uomo leale, presto a testifìcare ezianùio contro il governo •lei preti, se vi avesse trovata una disposizione ostile.

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