La quistione romana nell'Assemblea francese

NELL' ASS'RllBLRA FBANC~SE. 1!) eque, conformi all' interesse dei popoli callolic conformi H i bisogni dci sudditi checi governa, conformi alla ragione, al buon senso , al buon diritto; e di dimandargliele a nome di tutti gli assennati cattolici, c con rispetto sì, ma altamente e pubblicamente innanzi agli occhi del mondo. (Benissimo/) Or questo appunto abbiam fatto noi, questo stiamo facendo tuttavia. Ma quali, chiederete, sono state le nostre domande? Io dirò innanzi trntto e senza ambagi, che noi non abbiam preteso ottenere dal Papa istituzioni che potessero costituire immediatamente una grande libertà politica. Noi non l' abbiam fatto perchè.l'esperienza della istoria contemporanea e le nostre proprie osservazioni ci han convinto, che nelle presenti condizioni dei sudditi pontifici, tra un partito liberale moderato, sconnesso ed atterrito; tra un partito anarchico forsennato e furioso, e una massa inerte, egli saria stato imprudente insistere presso il S. Padre pel ristabilimento di istituzioni che lo avevano spodestato. Ciò che abhiam domandato furono delle istituzioni che potessero fin d' ora dare agli Stati romani il ben essere c la libertà civile, e che alla stess' ora li preparassero alla politica. Io non potrei meglio farvi sentire la verità di queste asserzioni nei loro più minuti particolari, che rccanrlovi i dispacci stessi comunicati alla corte pontificia da MM. de Corcelles e de Rayncval. (Il ministro legge una nota del i 9 agosto, al cardinale Antonelli.) M. DE TocQuEv. Sentiste le domande fatte alla S. Sede dal governo francese, cd io vi fo sicurtà che esse, proposte fin da principio, sono restate immote infino al termine. Io avea uopo di farne menzione, innanzi di toccare uno scritto che per quanto non abbia il carattere di docu-

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