La quistione romana nell'Assemblea francese

18 LA QUISTIONE ROl\rANA M. CAnto AnnATuccr. Eccettuatene i cittadini romani di qnesta Assemblea. (Si ?'ide.) M. DE TocQuEv. Questo era allora il nostro convincimento c per gli eventi sopr::tggiunti esso non ha fatto che raffcrmarsi. L'ho già detto : io qui non discuto, ma espongo gli atti del governo; si discuteranno e si giutlichenmno più tardi : per ora è vano interrompermi, c voi (volgendosi alla sinistra) avrete l' agio di farlo appresso. Ristabilita l'autorità del Pontefice, quale è stato riguardo a lui il nostro contegno? Altri ci volle rimproverare di averne impedita la libertà, altri ci rimproverò il contrario. Io posso asserire da questa tribuna nella maniera la più forte e la più es)ressiva, che nel pensiero del governo francese non albergò giammai l'idea di abusare la forza che è nelle sue mani per far violenza alla volontà della S. Sede. (Benissimo/ benissimoÌ) Questa idea non albergò mai nel suo pensiero per due ragioni : la prima perchè accanto al principe trovandosi il Pontefice, c questo Pontefice essendo il capo della religione cattolica, il governo che rappresenta una nazione essenzialmente ca tlol i ca non dovea pur pensare di fargli violenza. In secondo luogo (se pure è uopo alla prima aggiungere un' altra ragione), perchè il potere pont.ificale è una di quelle potenze immateriali, incompressibili, intangibili, se mi .fia lecito così esprimermi... (Strepiti a sinistra; vive approvazioni a dritta ed al centro) contro le quali le più grandi potenze materiali della terra ruppero sempre e romperanno. (Gli stessi sensi che sopra.) ll solo mezzo che abbia un governo cattolico , io non dirò per costringere il potere pontificate, cessi Dio che io adoperi questa parola, ma di esercitare su di lui una le.. gittima influenza, è di domandargli cose giuste, sensate,.

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