La quistione romana nell'Assemblea francese

132 LA QUISTIONB ROMANA così risf.ahilicndo il Papa nella sua sovranità, avreste del tut t o fallito al vostro scopo. Questa sovranità sarebbe stata per voi divisa, sminuzzata, annichilita, e voi l'avreste condannata a subir presto o tardi la sorte del patriarca di Costantinopoli; val quanto dire, a perdere la indipendenza, l' autorità e la dignità propria, ravvolt.o, io non so in che garbugli di fazioni e di partiti politici , dai quali la sola sua reale e piena sovranità può fargli schermo. Ora che siete voi mai iti a ristabilire in Roma? non certo un sovrano qualunque come, esempligrazia, il gran duca di Toscana, alla cui ristorazione voi non pensaste , quando egli scadeva dal trono. Non è men certo che voi non intendeste ristorar ne' suoi diritti un uomo altamente rispettabile, come disselo l'onorevole general Cavaignac..... (A sinistra. Ah! ah! ce ne ricordiamo. Bisbiglio.) M. DE MoNTAL. Il Papa è sicuramente alla stessa ora un sovrano ed un uomo altamente rispettabile; ma io vi so dire che voi non pensaste nè all' uno nè all' altro, quando vi risolveste a rimetterlo sul suo trono : voi andaste a r..pmpiere questo uffìzio col Papa, col Pontefice, col Capo spirituale delle coscienze cattoliche. Or qual è al presente il vostro interesse dopo la grande opera che voi avete impresa e compiuta? è di ristabilirlo nella pienezza della sua autorità morale sulle coscienze cattoliche , le quali voi avete voluto servire col francheggiarle dal più grave de' rischi; ma, intendetelo bene, una tale autorità morale può avere più o meno interczza. Io tocco qui un soggetto d'infinita dilicatezza. Se il Pontefice avesse fatte le concessioni volute dall'onorevole Victor Hugo eda altrimembri di questa Assemblea.. ,

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