Gaetano Salvemini - Dal Patto di Londra alla Pace di Roma

/ '' - II - ~ . ' 1i nell'Italia, oggi le cose potrebbero essere mutate. E nulla può vietare a p1J7,orì che si oppongano autorità nuove · alle autorità antiche : _per esempio Enrico Corradini a Mazzini, Antonio Cip.pico al Tommaseo, l'on. Foscari , al Durando, e' l'on. Federzoni al Conte di Cavour. La opposizione risoluta, che og,ni italiano di buon senso dovrebbe elevare contro questa assurda pretesa di fare della Dalmazia una terra italiana, nasce_ da ra- .gionì di fatto, le quali rimarrebbero incrollabili anche se tutte ly autorità, antiche e moderne, serie e facete, perorassero in senso contrario. E sono appunto queste ragioni di fatto, che dànno serietà alle opinioni degli antichi_, e rendono facete le fantasie dei moderni. 1 · . La prima di queste ragioni è che la Dalmazia è terra abitata oggi, in proporzioni più larghe che cinquant'anni or sono, da· popolazione serbo-croata. Pier quanto le cifre dei censimenti austriaci non si debbano mai pren~ dere alla lettera, nessuna p~rsona_ cli buona fede può pretendere di capovolgere addirittura un censimento, ' ' ' che per la Dalmazia dà 627 1nila serbo-croati e ~8 mila italiani. 'Si corre_ggano pure çon la massima larghezza possibile le ingiustizie, che nei censimenti austriaci sono commesse sem,pre dalle maggioranze a danno delle mi- , noran~e ; non si pot~à mai assegnare alla popolazione italiana pi,ù di un 50 mila anime. _E se 50 mila italiani su 650 mila abit~nti dovessero fare deUa Dalmazia una terra italiana, dove se n'andrebbe la italianità del- · l'Istria, dove quasi una metà della popolazione è slava? Dove la italianità di Trieste, in cui, un quarto dell2t popolaziòne vota per i candidati sloveni nell~ elezioni t Dove la. italianità dello stesso Trentino, in cui non man-- . ' Biblioteca Gino Bianco ., ' I ' I •\

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