Gaetano Salvemini - Dal Patto di Londra alla Pace di Roma

' I 1 -LVg-hilte:rra di Béaconsfi.ield. La revetenza per la potenza tedesca si equilibrava nel suo spirito tion la riverenza per la potenza britannica. E detestava la F~ancia, che aveva avvelenato la gioven,tù agli uomini della sua generazione con la conquista di Tunisi. Tutte queste anu:nirazioni e repulsioni si componevano nel SU(O spirito nella aspettazione di una ·« partita bianca)), niella quale l'Austria avrebbe subito perdite ragguardevoli, . ma la Germania avrebbe conservato la inte~rità delle sue forze, ed avrebbe costretto i suoi nemici ad una pace di compromesso. Da questa previsione egli deduceva un'altra idea, che· era anch'essa agli antipodi della più importante fra le direttive diploµiatiche di San Giuliano. San Giuliano avrebbe voluto un'alleanza f'ra i vincitori per garentirsi reciprocamente, durartlt~ un ioon-gruo periodo del dopo guerra, i frutti della vittoria. Sonnino non volle n1ai saperne di una diavoleria siffatta. Nella pace di compromesso, aveva riservato per sè l'ufficio di segnare il passo ad amici ·ed avversari. Il Governo italiano, equilibrandosi fra i dùe partiti, minacciando di abbandonar.e gli'.uni per tornare agli altri, avrebbe strappato la .maggior dose possibile di territori colonial.i agli uni ,e agli altri. Ecco perchè nel Patto di. Londra troviamo definita con pedantesca minuziosità la nub,va frontiera itailiana verso l' i\ustria, mentre viene lasr:iata nel vago la quota, che spetterà al Governo italiano, nelle colonie africane e nei territori turchi dell'Asia. Ne.i riguardi · dell'Austria, infatti, ·occorreva che non· fosse possibile· _nessuna contestazione co11- i soci della guerra e della vittotia; le questioni t.oloniali, invece, erano lasciate avBiblioteGa Gino Bianco

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