Gaetano Salvemini - Dal Patto di Londra alla Pace di Roma

.. XLVII - quando si parlava degli esuli jiugoslavi: erano tutti spie dell'Austria. Fortuna migliore non ebbero tnai neanche i consigli •e su.g-gerim.ent1 che venivano dal Comando Supremo· ( 1 ). (1) Nella relazione del Servizio informazioni presso il Comando Suprem~ : Propaganda palese ed approéci clandestini per la pace nella prirnavera del 1917: 30 giugno 1917, si legge: « Ciò [l'attivjtà dei propagandisti austriaci] rende necessario che, qualunque sia per essere l'andamento futur.o ·degh avvenimenti l'Italia non indugi oltre a costìtu'.ire correnti a sè più favorevoli e a mettere in discussione tesi che possono giovarle. Se condo una inf ormazion,e assai attendibile di· qite..sto Servizio, un tenia da trattare vantaggiosamente Per noi sarebbe quello di accord.i con alcuni ele,111,entri jugosla11i; ma occorrerebbe affrettarsi, per impedire che l'Austria riu.-. scisse ad attrarre completamente a sè anche questi elementi e a renderceli, decisamente ostili. Bisogna all'uopo tener presente che qualunque intesa dell'Austria con i nostri alleati o amici, all~infuori di noi, è rivolta contro di noi. Di non. tninore importanza sarebbe per l'Italia la questione czeca, visti i grandi interessi nostri, che vi sono connessi, e sopratutto perchè il favorire decisamente il movimento czeco equivarrebbe a prepararci un'arma di più per combattere l' Aiustria. Ma forse non si hanno ancora presso di noi idee precise sulle aspirazioni di quel popolo, e si lascia che alti i ci prevengano, naturalmente, anche non volendo, a nostro danno. Non è infatti generalmente noto che il Consiglio Nazionale dei Paesi czechi (avente sede in Parigi) funziona da governo provvisorio non soltanto per i 2 milioni di czechi che stanno all'estero, - ,tna anche per quelli rimasti in Austria, e dirige tutto il movimento per le rivendicazioni nazionali, a cominciare da quello parlamentare. Avere per sè questo Consiglio, vorrebbe dire possedere un alleato potente; 111a dal rifiuto dell'offerta ldi Kramarcz, nel 1914, -in poi, non sf è forse da noi mai creduto abbastanza alla forza czeca. Eppure basterebbe riflettere che una Bosnia libera, e necessariamente industriale (perchè assai ricca di minerali e di combustibili) avrebbe una grande coincidenza di interessi con noi, petchè ' dovrebbe fare affluire le sue materie e i suoi manufatti a Trieste; il che libererebbe definitivamente le nostre industrie, specie metallurgiche,· da qualsiasi futuro vassallaggio. Si aggiunga che il éoncorso czeco non è trascurabile neppure dal punto di vista militare. Il Consiglio Nazionale si è infatti rivolto alla Russia, alla Francia e agli Stati' Uniti, per concretare l'organizzazione militare dei proscritti czechii e dei prigionieri austriaèi di nazionalità czeca. E' nota BibÌioteca Gino Bia, 1vv ì

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