Gaetano Salvemini - Dal Patto di Londra alla Pace di Roma

' ' -79-. )sti non sospettasser'o, e la n~cessità di stringere salda.- mente tutte le forze anche minime, necessarie alla' lotta, . ' si è rivelata chiaran1ente agli occhi di tutti, oggi potrebbe ragionevolmente l'Italia mettere avanti ~retese· più grandi di quelle dell'apri!~ del 1915? ·I)a questo non si deve conchiudere che la, conven- .· zione del I 9 r 5 sia intangibile. Per alcuni giorn,ali, fra i quali, se non c'inganniamo, c'è il Giornale· d' ltciia, il pro_bl~madell'Adriatico è definitivamente risoluto: l' on. Sonnino non avrebbe da fare• altro che presentare al . signor Pasic la carta già pronta per la firma, e dirgli : o mangiare questa minestra o saltare dalla ~nestra. Ouesto sembra a noi un ·errore. ·Se è evidente che . ...., . base delle speciali. trattative italo-serbe nQn può non essere il Patto di Londra, è evidente- anche che q-uella, · · · . conve~1zione è ancora suscettibile di notevoli perfezio- ,. namenti, a,nche neli'in.teressedell'Italia. . Essa, infatti, pecca dal punto di vista italiano, per 'difetto·: poiché abbandona in territorio slavo, senza garanzie internazionali di libertà culturali e di eguaglianza giuridica, il nucleo italiano di Fiume e gli italiani sparsi nella Dalmazia centrale e meridionale. Inol-- ~ tre, mentre lascia, e g!ustarp~nte, agli Slavi i due· sbocchi commerciali di Fiume e di Spalato, che sono indi- , spensabili all~ vita economica della c·roazia e della _ Bosnia e della Serbia, non garantisce il porto di Trieste contro una concorrenza, che possa fargli mediante .artifici'ose tariffe di penetrazione il sistema f'erroviario che fa capo al porto di Fiume. Evidentemente, su questi pun~i l'Italia è giustificata, se chiede alla :Serbia una revisione della convenzione J Bibiioteca Gino Bianco I '

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