Gaetano Salvemini - Dal Patto di Londra alla Pace di Roma

nunci a tutta la Dalmazia, e magari a tutte le coste dell'Adriatico, se vuole ottenere la benevolenza e la protezione dell'Italia. Sanno che la Serbia non può disonorarsi con una rinunzia così in blocco; ed esigono l'impossibile per avere motivo di continuare a litigare. Ma questa campagna massimalista è condannata al1' impotenza dal semplice fatto che già il c;overno italiano, col patto di Londra, si è mostrato convinto che gl' interessi italiani possono essere tutelati in una soluzione intermedia e conciliativa. ' Se il Governo italiano saltasse su oggi a dichiarare che qnel r.crnpromesso non gli piace più, che s1 ' pente di avere ceduto in qualche punto, e che domanda \ .qualcos'altro, è evidente che il nostro Governo farebbe la figura di un fancìullo imprevidente o capriccioso, e si tirérebhe addosso il biasimo di tutto il mondo . .. E si badi che il compromesso dell'aprile del I 9 I 5 è di un tempo, in cui l'intervento dell'Italia nella guerra sembrava dovesse precipitare in pochi mesi la vittoria completa dell'Intesa sulla Germania. In quel momento, dunque, l'Italia poteva ottenere tutto quanto le venisse in mente di pretendere. Eppure i nostri governanti seppero essere prudenti. Essi .compresero che l'accordo fra l'Italia e gli Slavi dei Sud è una necessità dii vita o di morte per gli uni e gli altri contro la prepotenza germanica; e capirono che, se avessero tirata troppo la corda~ quest'intima unione fra i due popoli adriatici sarebbe stata jn1possibile. Oggi, dopo due anni di ' guerra, dopo che la potenza militare tedesca si è rivelata assai più difficile ad abba:tt~re, che i più pessim.iBiblioteca Gino Bianco j I

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