Mentana

MENTANA prete. - lo so quale offesa tu abbia recato a Dio, al supremo giudice che era presente quando in chiesa tu giuravi fedeltà a tuo marito... - Pietà !.. Perdono !.. - balbettò la voce supplichevol~ dellfl, penitente. . - Perdono !.. E che hai tu fatto per meritarlo dalla Chiesa e .dal Cj elo ?.. La voce Àel ~onfessore, in queste ultime parole, aveva assunto spaventevoli accenti di odio e di minaccia. Era dunque costui il ministro di Dio che doveva, per l'obbligo del suo santo ministero, condurre la pace nei euori turb~ti .~ · La penitente stette per alcun tempo silenzfosa. I singhiozzi della poveretta risuon~vano, per quanto soffocati, nel silenzio del confessionale. Finalmente ella domandò colla sua voce paurosa di bestja domata: - Padre mio... parlate ... Ho .fatto tutte .le penitenze che mi avevate comandato... - Tutte.. .fuorchè una.!.. - tuonò la voce sever,a del prete. Giulia tacque. - Si - proseguì il sacerdote - tu .bai mortificato il tuo corpo, ma hai ricusato di piegare l'anjma tua... Tu hai digiunato e afflitto il tuo corpo con cilizio, ma non hai voluto rivelare quello che sai, queUo che basterebbe alla tua salvezza ... La donna si torceva come sotto la pressione di uno sph·ito diabolico. - Non posso... non posso... balbettò. - E allora, sii dannata!.. - proruppe il prete,Ja cui voce minacciosa penetrò fino al fondo dell'anima della sventurata. - Nessun prete ti assolver à ... tu morrai nell'esecrazione finaJe. Fino da questo momento H demonio è padrone dell'anima tua...

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