Luigi De Muneri - Martiri sconosciuti

Martiri sconosciuti 51 van bene, e andavan dicendo, che miglior maestro non avevano mai più avuto. E deglL scolari, poi egli era addirittura l'amùre: pe~ciocchè paziente e amoreYole con loro, li andava istruendo ed educando con tanta bella maniera, e sapevali tanto b\ n correggere e riprendere, che non c'era più nessuno, cui repugnasse lo andare a scuola, anzi v'andavano premuro~i A fèstant.i, come fe trattato si foase d'un luogo di giuochi e di feste. E i suoi amici, udendo tutto questo bene di lui, ne gioivano e più di tutti la s•ta buona mamma, la quale, nAlla sua vita travagliatissima, non avendo avuto altea consolazione che il suo figliuolo, e l'udire, che alfine dopo tanto patire e tant·.> aspettare, i meriti e le virtù di lui fossero pur da altri riconosciuti e apprezzati, pel cuore amoroso di lei era una gioia, o, meglio, un'ebbrezza tale ch'io non s-ap r"ei descrivere: un'ebbrezza sublime e pura, che non si faceva scorgere, perchè i forti e generosi affetti stanno riposti. E come questa buona mam!lla, così la sua tenera amante sentiva in cuor suo tai pienezza di gioia; :.e Nanni amato veramente da pochi perchè pochi sapevanlo intendere, non poteva desid~­ rare d t meglio; e si Ct"edette felice. Ma, come in una bella màttin~ta di estate, in ~ui il sole fa sorridere vagamente la nat·, ra, che pare vestita e ornata a festa, coms per compiacergli, a poeo a poco sorge, dietro a un monte lontano, una vera nnvolaccia, e romoreggiando s'avanza minacciosa e ceescent.e pet· tutto. sterminare; così, allor che a Nanni cominciavano a surriderJ le più liete speeanze, eccoti, si ode buccinare contro a lui di male parole, che vanno propalaodosi fra il popolo; ·e c'è, chi la crede vere, e chi non le crede;

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