Luigi De Muneri - Martiri sconosciuti

Martiri sconosciuti 41 chia toccavano il :petto; alt1•i invece, l'aveano taJmen1e bassa e basso pure il sedile, chè,se lo scolaro avess ~ Jo. vuto scrivere, sarebbe stato costretto a inginocchiarsi sul sedile o panchetta: altri predelle non avevano, e quindi gli scolari dovevan star Jì, mezzo sospesi, come i tessitori al telaio, anzi peggio, perehè e' non avevano poveretti, nemmen le calcole, onde posare un tantino i piedi. In fondo alla scuola, in un piccolo spazio, vi Hi vedeva un meschino tavoluzzo d'abete tutto macchiato d'inchiostr·o e due rozze sed;e di salcio, m·ezzo spagliat.e; e di dietro, attaccata alla parete, una lavagna, cioè no, una tavola sbilenca di abete, un tempo nera, ma allora talmente malandat ·t e sbiadita, che, per i ~crivervi, ci avr~bbA voluto gess~ nero, no bianco: ecco la seuola. ·una settan · tina cii ~--agazzi malvest1ti e scamièiati, scalzi e coi capelli arruffati e le faccine ~porche e ·mocciose: ecco gli scolari. NPlla scuola, fra i banchi, c'era un vìcoletto, largo appena pel pa43~aggio d'un uomo; e il sindaco, pensoso j n volto e col capo chino sul petto, fe.e su e giù per esso due o tre giretti; indi accostatosi al tavoluzzo, su qaello posò una mano, l'alt-ra se la pas ;ò due o tre volte sulla fronte ; e poi, con molto flussi ego e sindacale dignità, si volse agli scolari, che già cominciavano a chiacchierare, e fe<~e loro un certo suo di scorsetto (del quale , qualchemalizioso, avrebbe potuto dire esser quello la centesima edizione, riveduta e corretta dall'autore, di un discorso fatto dieci anni prima, allorchè visitò, per la prima volta, le scuole, con l'autorità di sindaco) raccomandando fre quenza alla scuola, amore allo studio, obbedienza al maestro e cent'altre cose. Gli scolari gli diedero retta un

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