Luigi De Muneri - Martiri sconosciuti

JYJartiri 8conosc;inti 23 - Pvh! o che non siamo veauti qui per cotesto'? - ìnter1·uppe 11n :;\Ssessore. che se ue stava ad. una finestra a guae.Jare nella via. Costui ePa un ce.i~to Recchialli, avversaeio del sindaco, sebbene questi nol meritasse, poichè gt)udtavasi di compiacerlo in tutto e pe~ tutto, anche jn ciò che non a ·,es~~ potuto, facendo tacere, di sovente. non la p1·opria volontà, chè, pr·opriarnente parlando, e' non n'aveva., ma la coscienza. Il I{ecchialli, notaio di Zuc1 caja, ricco. dauaioso, epperò sommamente stimato dai zuccajni, era un'ipocrita finissimo; e quando dico ipocrita. dico tutto: poi~hè l'ipoctita tal~ non sarebbe, tie non avesse moltissime mattagne da nascondere. - Eh, certa :nentt; dicevo co ~ ì tanto per dii e - borbottò il Sindaco, un po' confuso; iudi continuò: - Ebben~. cari colleghl, sedetevi, e procediamo con ordine. Sulle labbra del Recchialli · fece capo li no un sorriso di compas1 sione, udendo la raccomandazione del sindaco; e pareva volesse dire: Teme, sor ~indaco, che veniamo alle mani? La non si spauri, sa, che non sarà niente. Tutti seaettero. 11 sindaco ·dichiarò aperta la seduta, e chiese al segr·Eltario se c'erano altri aspiranti oltre a Cene o, e il segttetario gli rispose di no: allora e' propose ai colleghi di eleggere il Macci, a tempo, oppure chiedere al Consiglio Bcolascico un altro maestro - Il Macci, lo dico chiaro e tondo, non mi piace -- disse un assessore giovane, piacevole e ardito, nomato Fabrise, il quale, sovente, da so lo, si metteva di fronte a tnt t a la cricca, che mi scorda va quasi di dirlo, era composta dei birboni più scaltri del paese, e avéva per eapo 11 Recchialli. - La sua v1ta - continuava il Fabrise non è da maestro; ai nostri figliuoli si dee dare un buon educatore, non un dist;olaccio.

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