Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

LA TORRE 'DI NONZA 101 straordinaria solennità. Ormai le solennità e i riti dei vecchi tempi insieme ai costurili còrsi scomparvero per non tornare mai più; nel modo col quale la Chiesa sconsacrando il prete colpevole .gli toglie ad .uno ad uno i sacri arredi di cui co·mparve parato all'altare, cosi la Francia ci leva le veluste usanze lasciandon~' ignudi, o per maggio1·e strazio ci dà il brindello della porpora, la canna e la corona di spine della passione di Cristo. O mie belle costumanze còrse dove siete an~ date, che Dio .vi benedica! » E qui il vecchio si nà:. scose il viso nelle mani e pianse. = lo , replicava Orazio , ebbi a supplicare lungamente il vecchi<;~ affinchè nonostante 1' angoscia dell~ memorie volesse ragguagliarmi.dci costumi ch'egli rimpiangeva; adesso io non- intendo supplicare voi una seconda volta, acciocché mi concediate benigna udienza per raccoutarveli. Fate come vi garba; ditemi addirittura se avete o no talento di sentirne dire : però io· credo di mia coscienza avvertirvi che la storia cammina senza essi ugualmente bene che con essi. = Io lo sapeva, favellò Mamerto, che tu ci avresti condotto a Roma per Ravenna secondo l'usanza tua pessima ed antica, di cui tanti critici ti hanno ripreso invano ,; e sì sì che la Critica st~tte a un pelo di essere messa da Apollo in mazzo con le nove ·Muse, non le parendo bene che durassero in caffo. Avendola Febo domandata : == Chi fm· gli maggiori tuoi? = ella rispose: =Io m'ebbi a padre il Giudizio= e piacque; senonchè in quel punto venne snianiosa per essa la Malignità schiamazzando ch'eUa l'aveva pm·tata nove mesi in corpo, ed ora l'era fuggita di casa, e ad ogni patto intendeva che la ci dovesse ritornare. Anche questo era vero: il Giudizio sendo ubbriaco, certo giorno <li 13

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