52 LA 1'01\RE DI XOl'iZA poscia Ìegatolo lo flagellassero con le ortiche di santa ragione. Io, che Scncca non fosse stinco di santo di lcggicri concedo, ma che a guisa di Satiro rincot·resse le donne del Capocorso veramente non mi sembra credibile senza far caso , che le femmine del Capocorso a quei tempi remoti (delle pt·esenti non parlo, che tt·attandosi di femmine, massime còrse, vuolsi andare cauti con la lingua ) pet' leggiadria di forme c per· venustà di costume rimpetto alle dame romane doveYano stare come le Furie alle Gt·azic. Gli è vet·o, che tm il popolo nostt·o corre il prov'cl'bio come il diavolo in tempo di C<ll'estia si mangiò le ciabatte ,· ma per me considero le novelle mero trovato d_ella vendetta immortale dei Còrsi (28l . •< Scendo , non ahbiate pama , io scendo , dacchè voi non mi consentite, che prima di abbandonarlo per sempre io volga lo sguardo anco una volta , pm~ ridirvi poi quanto magnifico si distenda in ampissima curva il golfo di San-Fiorenzo, e dei colli del Nebbio, della iso~a Rossa c di Caccia , incot·onate perpetuainente di olivi come i sacerdoti di Palladc, ed una volta all' anno di pampini a guisa di Baccanti ncìlc feste dionisiache, c pi~ lontano le vette inamabili tlel Niolo, coperte sempre di neve, avvertimento o minaccia come tutto quaggiù (sieno uomini , sicno cose) aspetti di essere ravvolto dentro un medesimo lenzuolo mortuario ; voi non mc lo consentite, cd io non ve lo chiedo nemmeno, impcrcjocchè toccandomi a scendere bisogna che per quc$tC balze io atte1_1da dove pongo i piedi, non possedendo un altro collo, nè due altre gambe di risct·va. " Eccomi pertanto giunto a Pino, cd ecco che ho PCI'COl'SO parecchie miglia senza- fintm·c : adesso poi, eh<.'
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==