Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

U TOilll E IJI i'\Oi'\Z.\ fr3 Ol'liche, \Oi , che itn-ochcrci maliguc di tuUa la virtù vostr·a alla parte mezzana del corpo ·del ·fanciullaccio francese se avYenissc mai che fr·a di voi lo inchinasse ignudo, crc~cctc c moltiplicate intomo al libro che ho scan1ventato in mezzo alle yostrc foglie: alla Yista dei viventi nasconùctclo , c dove taluno curioso si attentasse raccoglierlo, t·icordate, che, a voi lo confìdo iu deposito come già ct·ederono a Pandora il vaso dci mali, c che voi possedete ·spine per pungergli le mani. = Orazio, allora ·favellò Eleuterio , tu in questa pat'le hai ragione da vendet·e, e poichè udire vale tt·oppo meglio che disputare , adesso fa di raccontarci qualcheduna delle tue tante storie : a te costano nulla , <.lacchè pct· dono di natura e non per istuclio tu passi il tempo raccontando come la loclola traversa il cielo cantando. Tu solo ci conforti dcllc battitm·e della fortuna; tu solo valente a farci dare all'obblio gli CI'I'Ori e le col p~ degli uomini; va Orazio, io non ti baratterei con dicci casse di oppio del Bengala. = l' non vo' contare io: mim! onde la mia mente ollr·c ogni estimativa uguale alle acque dci laghi ritletla le immagini èircostanti abbisogna di quiete intera c continua: allora, c unicamente allora, che la lran- (lUillità pende sopra il liquido piano come madre sul tiglio addormentato se lo emisfero mette fuori una stella, cd io con una stella gli rispondo, se due con tlue, e se mille con mille : io non mi arrendo dopo di lui , ma da lui non mi lascio vincere; laddovc poi anche una b1·ezza montanina ne increspi l'amabile specchio, colli c pianure, alberi e case, nuvole e stelle vanno a catafascio sossopra mescolandosi in cotale strano g-uazzabuglio da fm· girare il capo non che ad allri, a questo satiro di nHH'Jilu. Inoltre arrogi, che quantun-

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