Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

1~2 u ronm: DI :'iO;>iZA fanciullarcio Tr·~nrcse, le risme uscite dalla c~rtirr·a componanno la più pr·cziosa biblioteca del mondo, c certo poi l~ più · nitida , perciò che appaiano cand idissime tutte, e punto deturpale dall'inchiostro graveolente e ncgr·o. « Iddio, la natura salutata figliuola di lui , c l'arte, che ' gli si dice nepote, nel creare o nella imitazione del crealo, osservano la legge della pei'pelua yar·iclà <22l: i gior·ni alternansi con le notti, il scr·eno col piovoso. i colli co' piani, c così le stagioni , l'epoche della vita, c lutto. Per questa manier·a nei racconti come le de- ~crizioni di soverchio prolungandosi, peggio poi se continuassero scmpt'C, sazierebbero; lo incessante manifestarsi delle passioni stupicliscc; anco lo spit·ito umano conosce il suo clclù·ium tremens a cagione delle letture alcoliche. Per tutte queste cose, c pcrchè ho sete, io finisco dicendo avere mcco stesso deliberalo attenermi ai precetti dell'm'le antica, or·a. descrivendo, cd ora argomentando, la lode col biasimo alternando, talvolta piangendo, più spesso ridendo, le ombre dci morti o que11c della mia fantasia cYocando, per· ispingel'le poi a bencdir·si, a malcdirsi, a fare l'angiolo o il demonio secondo mi frnlla. Che se mai ycnissc il giorno, c verr·it certo, nel quale mi possano applicare la similitmlinc che 01'nzio fa di Priamo c .dci consiglieri suoi con le cicale: Egregi tutti ùicitor , s'embianli . Alle cicade, che agli ar·bu~ti appese Dello argu to lor canto ompion lo selve - (2.1), io fino da questo momento supplico la ~fusa di yenirmi inaspcllat a dopo le spalle a ti t·m·mi le orecchie se tutlaYia col·r·cggibilc, o, se pcr·duto, chiudermi con lr l'osrr mani la bocèa cani :mflomi ?WJuir·. E voi purr

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