Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

L.\ 'I'OIIRE l.ll NONZ.\ 37 sm·emo altro che schiavi finchè a cagione dci vizi di questa abietta e putrida civiltà nostra potranno applicarci il saluto dello imperatore Adr·iano all'anima sua <19>. « Gualtiero Scot.t , che facilmente fu principe di quanti Novellieri scrisset·o prose di. romanzi da poi ·che mondo è mondo, se ne togli uno solo, messere ·Giovanni Boccaccio, si valse assaissimo c da pari 'suo di siffatta facoltà; i romanzieri di Francia acconsentendo injquesta come in ogni altt·a cosa alla stempet·ata loro natura ne usarono e· ne abusm·ono; in ispecie il Balzac, il quale una volta salito in bigoncia pm· descriver(} vi so ben dire io, che se ne va a Roma per Ravenna .: eh' egli ti risparmi un ragnatelo o un · chiodo tu lo speri invano; pari, anzi superiore in questo ai dipintOI·i fiamminghi , i quali ritraendo co' pennelli la Natura, non ti fanno grazia nè di una fibra di bietole, nè di un, pelo di palpebra di lepre, nè di un sommolo di ala di anitra ; ond' io sovente mcco stesso ho pensato, che se eancel.liere o notaro con metà meno della diligenza di cui fa prova il Balzae s'industriasse a inventariarc i mobili di qualche eredità giacente o le mercanzie del fondaco del fallito · meritct·ebbe senz'al1 ro di essere come cosa unica impagliato e messo nella baclleca, conforme per le bestie rare si costuma nei Musei. Guardimi il cielo, che pet· mc si vtJglia dibattere pure uno scrupolo alla reputazione, che a buon diritto si gode cotesto valentuomo del Balzac, tuttavolta io non mi asterrò dallo a:vvertire, ch'egli prese troppo alla lettera il dettato di Orazio : Ut pictura poesis: certo la poesia arieggia con la pittura qttanturn tt"cet esse soruribl~S, ma non sono una medesima cosa. c la ragione ti apparisce manifesta. La vista con un sol colpo dell'occhio fol'ma lì sull'atto, o dopo spazio ,. ;)

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