Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

:Vt. L.\ Tunnu: DI :->u:\t..\ tenebre, e i'orehestru per. tenere desta la gente suona dispcmtnmente a fuoco: . Ch i più ne ha , pill ne metta E con tutti i dispelli c le doglie, (·hc tanto agli spasimi dello autot·e drammatico non potr~t mai attingeré. All' opposto quale ti fia dato immaginare Attalo, o Creso, o Naarbal più ricco a possedere, più. liberale a spendere del Novelliere ? Dopo Dio appena (sia detto con la debita reverenza) e prima della Natura delle miglia più di cento. lnvero, ponll)i mcntc, . n,1i fa mesiicro un uos.co, eccoti fatto con quatll·o versi un bosco: non ti garba cotesto viale di abeti? ebbene, giù gli abeti ; in meno ùi cinque minuti io te gli baratto in tant i cipressi alti cinquecento braccia: oimè ! anche i cipressi dalla ombra sinistn1 mi dànno uggin , io mc ne sono accorlo t:wdi. : .. Niente afTaUo, noi siamo sempre a tempo : ' 'uoi acaci , vuoi pioppi, ·vuoi platani, io li ~palanco i magazzini della creazione, prendi quello .che vuoi , sérv iti come ti piace. Le stelle, ii sole c la luna io gli ho qui in tasca , c ci ent ra altra roba; su .la mia penna , il ciel sereno e le mille qualità delle tempeste; dentro al calamaio il giorno c la noùe, l'alba e il vcspero ; ùa me arch itetto tcmpli , .da rne. ·slancio cupole al cielo da mettere paura a B1·unellescQ e a Michelangelo; da mc getto ponti , in paragone del quale.quello di ·Traiano sul Danubio gl i è un ninno1o da capannuccia ; gli rovino , .gli rifaccio per buttarli giù da capo. Di pietre poi non uso a spiiluzzico : diaspri , basalti, por·fìdi, serpentini , cipollini stanno ai nliei bisogni·; apro le arcane viscere della natllra più agevolmente dello armadio dei miei libri. G!i sc <~lpcllini che gli lavonmo sento rh'ri si lamen-

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