Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

NOTE 163 t ristarello, n'ebbe pietà , e sotto voec disse al collega: = Avete letto male , sul dizionario non ci dice ebreo, IJensì ebrio ; ma anche così poco vi capirebbe, ch'ebrio è parola poetica, comunemente s i dice ubbriaco. = Il Presidente stizzito rispose: = Questo nasce dal difetto della vostra lingua che in un modo parla in prosa ed in un altro in poesia; noi abbiamo un linguaggio unico per tutt i. = Ed è a questo vantaggio su noi, soggiunse il Consigliere, che voi dovete quella turba di poeti francesi, maraviglia del mondo. = Il Presidente gli sorrise approvanùo col capo. (51) • Li miracoli della libertà sono più frequen ti c più grandi di quelli di santo Antonio da Padova. » Lettera del generale Paoli al molto reverendo padre Sostegno Palmeri L agosto 1787. Tommaseo, Raccol . 815. (52) Sicardi. Episcop. chron. - 1\iurat. Rerurn ital. scl"ipt. (55) Di questa predica singolare fanno feùe il Valery, opera cit. , e moltissimi altri scrittori così corsi come stranieri , ma viene attribuita a certo curato del Poggio di Nazza. (5~) Proverbio corso: - Anche u pevere è chiucchiurelln , c si fa sente. - (55) Serenata corsa leggiadrissima stampata nella raccolta de' Cant i corsi, per opera del cav. consigliere Salvatore Viale. (56) La bandiera corsa faceva testa eli moro bendata. Durante il governo nazionale le sollevarono la fascia dagli occhi c gliela cinsero intorno al capo. Nel 1770 quei curiosi d~i Francesi volendo dare ad intendere di avere messo in paradiso i COrsi col torre loro la libertà, ordinarono si coniasse una medaglia con la testa del moro ignuda affatto di fascia e la leggenda intorno : Quarn sublevatarn finxit, quod avellatm· (ascia. (57) Valery, op. cit. (58) I Giovannoli , se dobbiamo credere agli scrittori corsi che in antico furono preti, istituirono certa setta, la quale molto arieggiava co' moderni comunisti ; in questo mùdo la descrive il canonico Filippini seguito dall' abate Cambiagi e da tutti quanti : - Avvegnachè oltre le frequenti scambievoli perdite che da per tutto faceva de' suoi abitanti, dal di cui sangue era spesso a bastanza bagnata, fu riserbata dal cielo ad .essere in questo ar.no orrendo teatro di una nefanda setta. Tra i molti capi delle fazioni nella isola eranvi due giovani chiamati uno Polo, l'altro Arrigo di Atallà. Questi vedendo avere poco partito trovarono modo di aumentarlo. Instituirono pertanto una reli. gione a loro modo. La legge principale era , come asserisce il Filippini, L III , che tutto fosse comune quanto a mogli , figli e sostanze. Molti furono quelli che abbracciarono questo novello e in parte dilettevole modo di vivere. Si adunavano sovente nei profanati tempii a fare i sagritìzii agli sfacciati loro Numi, ec. - Indi adempi to dai sacerdoti le false loro cerimonie, spegnevano tutti i lumi , imponendo al concorso popolo di dimorare per un certo spazio di tempo ivi nel

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