Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

116 U '1'01\Rlt IJl '!'ìO~U « Ed era ycro. La vanità dei Francesi è cosa Lrcmenda : costoro (c a questo pecco partecipano un po' tutti) sazievolmentc pt'osuntuosi primo si vantano sopra gli universi popoli . nelle armi. La storia imperturbati ohliano o negano; gli occhi .per non vedere le ossa dei padri loro seminate in molta parte del mondo, si chiudono, c le ot·ecchie pct· non udire la mentita, che gli mandano gemendo le anime dei fratelli vinti in patria e fuori. Gli eserciti troppo spesso sono dadi in mano della f01·tuna; cd è per ciò , che ai popoli veraccmente generosi deve piuttosto parct·c bello perdere combattendo per la giustizia, che vincereiniqui. "L' uomo, può, volendo serbarsi integt·o c morire; non può, volendo vincet·e. I Francesi come gli · altri, anzi lo confesserò addirittura in questi ultimi tempi sopt·a gli altri , morire seppero; ma per converso ti·ovo giusto affet·mare, che più jattanti procedono degli altri, e quasi che meno degli.altri nella virtù confidino, non omiset·o nelle recenti come nelle antiche guerre partito comunque infame, abietto, e fraudolento si fosse ptwchè conducevole alla vittoria. .I Francesi ruppero la guena in Corsica con manifesta violazione della tregua solennemente pattuita; con numero quattro volte superiore di soldati, muniti a ribocco di ogni manict·a arnesi guerreschi non vergognarono assalire a 1radimento gente inesperta, e quasi ignuda di at·tiglieria; corruppero gli avari con la pecunia, i vani con le turpi quisquilie, che si chiamavano allora, e tuttavia si chiamano (segno infallibile di corruttela incancherita) onori; salariarono assassinii, c non mica a questo misero mano gl'infami, bensì i gentiluomini persuasero, ordirono , c a cotanti comprarono il tradimento; nulla tcnnet·o in conto di "'l'cncn1to, nulla di sacro. Se affermassi qnesti carichi

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