Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

108 LA TORBE DI NONZA montana agevole e destro, ed anco ai giorni di oggi spesso di ulivi , di castagni e di pini: allora due cotanti maggiore : i nostri incominciarono a tagliare parecchi di cotesti alberi, e ciò tanto · più volontieri quanto che per essere diventati stravecchi non fruttavano e bisognasse riaYcrli mercè nuovi polloni; su i tronchi recisi a pari livello adatt~rono assi~ ed ecco fabbricato il palco scenico; gli alberi laterali lasciarono ritti , ma molto ne aumentarono il volume per via di rami di pino e di frasche di alloro; · le cime poi l'una verso l'altra piegarono e legarono, sicchè vennero a formm·e un arco a sesto acuto di comparsa assai vaga: davanti al palco scenico misero in copia mortelle per dilettare l'odorato miste a rappette di rosmarino , nepitelle e spigo salvatico. Cit·ca alla scena io sfìdo qualunque più valente maestro d'Italia a ritt·arla non dirò superiore, ma a gran pezza uguale, perciò che quella del teatro di Canari avesse fatto con le sue stesse mani· la Natura; il fonda del paese formava la ·scena, ma così come appariva circoscritto non si riconosceva. « La faccenda seria fu nello apparecchiare il. vestiario: · non pertanto tutto il paese affaticandocisi dintorno alla perfine vi riuscirono. << Per Pilato trovarono un paio di stivali alla scudiera, un po' sdruciti ma e; potevano passare; l'Orticoni diede la divisa , che appartenne già al suo avo materno, capitano della guardia còt·sa del Papa , . licenziata da Roma per comandamento di Luigi XIV, cui per renderla più splendida aggiunsero due spallette, una di oro, l'altra di argento : pel capo gli composero il turbante di mandi/i screziati; una gonnella increspata e cucita in fondo quanto basta servì di brache; per tal guisa fu lesto Pilato.

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