Napoleone III e l'Italia - 1859

.. -44impongo no ci r cos tanze spec iali o snperi od neccssit1, :s ia per il g-rado d' importanza che gode, e l ' influenza che è obb li ga to ad avere negli affari ge nerali d ' Europa; non avvene uno, diciamo, che non se nta la necessità di modifica re le condizioni della sua esistenza politica. Questa nota necessità conviene eg li cluu erl n, tlifferirla? No n è cosa più assennata nffrontarla francamente, c so llomellervi si con quella fiducia che porge il sen tim ento d' un Jovere di gran momento cui de- ' esi compie re? È eg li ciò poss ibil e ad esso? Ne lle condizioni in cui ora versa l'Italia, è egli poss ibil e consid er orla come la Germani a, e aeare in t.al gui sa una forza italiann che la faccia riYhe r e dt>lln vita naziona le e la liberi dalla necessità ùi occupazioni militari e dalla fatalit à de ll e ri vo luzioni ? Il punto più delicato è Roma _, a motivo de l ca rattere ntislo di quel poter e, o\"C il poter e spiritual e c1l il t emporal e si confondono. Qual sarù l' eiTl' tto <l ' unn <~u nfe d era zione itnJiana in rapporto al Papa? Qu1~sto efl'dto. a 1iarc1· nostro puossi così riussumue : ing-randirà il prestigio ed il potere morale dl'l pupato, ral ~ lenterà il vincolo troppo stretto che uni sce il vrincipe a l pontefice e che rinchiude tutta l'attività d' un popo lo nell a cerchia inflessibile del pote1·e a risc hio di fa rlo irrompere. Ora come 11 anni fa, non si può concepire, se non una lega italiana il cui centro sarebbe a Roma e di cui il Papa ne avrebbe la pl'esidenza. La presidenza di Roma sull e altre città della Penisola è consacrata dal tempo, dalla gloria, dall'ammirazione e piet.ù di tutti i popoli: la pres;idenza dd Papa, dal sno titolo di pontefic e; egli rapp1·csenta la ~oHanità ete rna di Dio e questo ca ratter e augusto permette ai più grandi r e d'inchinarsi a lui dinanzi. Egli non è un padrone, ma un padre. 'forino, Napoli, Firenze, iUilano, Venezia, hanno le

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