Napoleone III e l'Italia - 1859

-41 - << crata da convenzioni positire, noi la cons ideriamo << comt! esistente di fatto, poichè e lla è eonclusu ab- ({ bastanza rtall ' universa!e consentim ento dei principi e << dei vopoli , e siamo per vede re l'iunirsi a Roma il << congTesso, ch e noi siamo stati i primi a proporre, e << al qnal e. i primi , egualmente, deputeremo i rappre- '' sen tanli ui que sta parte utlla g r ttnd e fami g lia italiana . E lt~ rnani auguste di Pio lX s' inalzavano alla lor volta pe r benedire l'Italia. In una magnifica allocuzione, in cui il p.ttdotlismo e la fe de s i univano n e l s uo cuore, eg- li esclamayu: << Qual pericolo può minacc iare l' Italia, quando un legame di g ratitudine e ui conlhlenza unisce la forza dei popoli alla saggezza dei re l )) Il giorno in cui questa union e de lla saggezza de i r e colla forza <.l e i popoli è stata spezzata, tutto svanì; l' Italia è ricaduta sotto il pèso delle sue sventure. Fra ttanto de i suoi generosi slanci e de 'suoi nobili sforzi, che noi abbiamo ricordati, resta qualcosa; resta l' imagin e gloriosa, se bbene fuggitiva, <.l ' un Italia per un istante rigenerata dal st> ntimcuto nazional e, e dal sentimento reli gioso. Perchè qu es t' imag ine potesse fissarsi e divenire una realtà tlut·evol e, che è rgli muncato a quest ' epoca? E mancato ciò ch è abbiamo oggi ; una Francia calma. fort e, capace di fat·si ascoltare in Europa, c di difende r e in Italia una politica, che fn sempre la sua solto Enrico lV_, come sotto Napoleone I. XIII. La politica francese ha <.Iell e tradizioni che non sa - pt·ebbe abbandonare in alcuna epoca, poi chè ri spondon•> agl'interess i permanenti della sua infiue uza . L'una di queste tradizioni è che le Alpi, ch e sono per essa un baluardo non divengano una fortezza armata (;Ontro la sua potenza. I nos tri vecc hi r e l ' a\'cvano compreso come lo compresero più tardi la repuu!Jlica, e il -

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