Discorso del commendatore Marco Minghetti presidente del consiglio detto il 28 e 29 giugno ...

53 Quando io venni al Ministero la prima domanda che io feci risguardava il valore vero di questi beni; ed era ciò naturale, poichè come. ·çolui che amministra le proprie sostanze, così quegli il r._ruale si mette ad amministrare uno Stato, deve anzitutto conoscere la entità dei capitali patri-· moniali . La Camera avrà veduto dal rapporto che io ho avuto l'onore di rassegnarle in quanta deficienza di dati ci trovassimo allora. Questa deficienza di dati, ripeto, io non l'attribuisco a colpa di chi mi ha preceduto, perchè proveniva da un complesso di circostanze per le quali riesciva difficilissimo in mezzo al rapido succedersi di eventi politici di poter accer.tare l'entità vera dei beni che provenivano allo Stato. Ad ogni modo io presentai alla Camera le tavole che mi furono rimesse allora dai capi degli uffizi nelle varie parti del regno, e v i ho mostrato sovra che basi io calcolassi la somma complessiva di 450 milioni, presi insieme i beni demaniali e quelli della Cassa ecclesiastic~. Le perizie fatte hanno dimostrato che questa somma è di gran lunga minore, perchè, se vog·liamo guardare a ciò che è veramente riducibile subito in danari, noi abbiamo appena 257 milioni; anzi non li abbiamo neppure, se calcoliamo quella parte che abb!amo obbliQ·ata alla società delle ferrovie meridionali. Q'/ ,

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