Emilio Lussu - La ricostruzione dello Stato

ten'iera ve•ga a sparire come proprietà privata, non può essereoppressione di una minoranza sulla mag~ioranza. Esso costituirà l'org~nizzasione politica della maggiorama certa, lo stato della democrazia, A questo stato il proletaria.lo potrà con fiducia pffrire la sua obbedienza ; esso è anche il suo stato. PoicM il proletariato stesso avrà cont,ibu,to a crearlo, lo presidierà e lo difenderà. Questo stato gli consentirà, democraticamente, la realizzazione progressista del socialismo, senza possibilità di contrattacchi reazionari fascisti. È la lealtà verso questo stato e le sue leggi che bisogna porre come principio della democrazia di domani. Con il consolidamento dello stato prendono fine le misure ecc~zionali, la violenza e il governo rivoluzionario per c,dere il posto alla legalità cosl1/uzionale. Una minoranza che esca dalla legaUtà si pone contro la stato, nemica delta mageioranza e della democrazia. Ribellarsi alla maggioranza è fascismo. XIII La ricostruzione dello stato e del paese- porrà una vastità di problemi: fra i primi, quello dei quadri. Si tratterà di creare tutto: in ogni settore: del lavoro, del/' economia, della finanza, de/I' 11mministrazione, della cultura. E in ogni settore ha posto una competenza. Anche per i sostenitori tradizionali dello stato italiano centralizzato, la questione delle direzioni locali, si presenterà insopprimibile, Non è dal centro, ma dalla periferia, dai comuni, dalle regioni, dalle organizzazioni del lavoro, da tutti, che sorgeranno le difficoltà che reclamano soluzioni immediate, La soluzione è stil posto. La realtà, ben più che la dottrina, spingerà verso il federaUsmo. La dottrina ci dice solo che il fascismo italiano ha le sue radici nella centralizzazione dello stato monarchico, che l' Unità ha piemontesizzato, così come il fascismo tedesco, ha le sue nel/' avidità di potenza di "~a Germania prussianizzata. La dottrina ci dice che la rivoluzione francese si è installata nel centralismo de· lo stato assolutistico di Luigi XIV, come qt{C/lamssa nel totalitarismo dello stato autocratico. La dottrina ci dice che, per passare dal/' impero alla repubblica e per rendere più difficile un colpo di stato asburgico, nella confusione del dopo-guerra, la piccola Austria si organizzò in provincie federali, e che lo stato, così formato, ha potuto, in condizioni che nessun altro paese ha conosciuto peggiori; resistere non un.giorno, ma anni, Vienna dieci, agli assalti della reazione cui mancava tm punte d' appo:gio. La dottrina ci dice che la Spagna, paese che sotto molti aspetti rievoca il nostro, se avesse avuto il tempo di presentare al pronunciamento dei :e11.erali l'organizzazione f~d~mle della repubblictt, awellbe - 12 - 81blioteca Gino Bianco

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