O.C. Grossi - La legione Bertet in Grecia

-!11greci i miei volontari. Noi non abbiamo avuto la for tunata ed onorevole occasione di combatte•·• il nemico, m!\ il Sig. Smolenitz può attestare che abbiamo rompiuto in o~ni occasione il nostro dovere. La guerra. i' terminata e voi ci rinviate in Italia. non comt· gente d'onore, ma come mal fattoti facendoci seor4 tare da un bastimenw rla gurrra che ci consegnerà mani e pit·di legati al govt>rno italiano. Voi \'i rihutate inoltre- fli pagare ai miei voltmtari la giusta indennità ad ~'S'li dovuta pe•· le spe•e di viaggio e per rifo•·nirsi di abiti. Deposte lP al·mi a Menicliont a Zarerda. fummo assaliti inermi e senza che ave<simo pro1•ocato alcuno, !lrlla popolazione: ahbiamo un morto e dieci feriti. \'i preghiamo rli l~eiarci rientrare in Italia ~enza la scort.'\ della tHlve da. guerra e di accordat-ei la chiesta indennità. \'i do la mia parola d'onore eh~ andremo direttamente a Bari, come avete o•·dinato, dopo la fermata di qualche ora a Co1-f~ per provvederei di abi ti. Il Comandante del San <Ho•·gio. ha acconsentito a rita1-dare la putenza. sino a che giunga una vostra ri~posta n 'luesto dispaccio. Vogliate r ispondermi ed accogliere le mie domande. La mia posizione ~ difficile rra i volontari eccitati "' massimo grado. ~Ili non mpa·i t inmo l'umiliazione che volete inlliggerci senza rtu:tiontl. C<llonnello BrR'Tt T. 12)24 ma.gio, 9i. Ritornato sull' J,·o, il colonnello convocò gli ufficiali a rapporto e c'informò di quanto correva da due giorni, tra lui ed il comandante del Rt Gio,·gio. Ci chiese che cosa Hevnmo intenzione di fa re, data la situa zione già grave e che minacciava di diventarlo ancora più. Aggiunse ch 'egli era disposto a non cedere e rispondere co11 la violenza alla violenza. Le sue parole furono acco lte da un lungo applauso. E quando fg li domandò una risposta chiara, il grido di Vim Bfl·llt ! risuonò nel quadrato: noi a'l'evamo fede in lui ed avremmo se· guito il suo esempio e divisa la sua sorte. Un solo ufficiale teotò di esprimere idee di sottomissione. Fu il maniore di Collalto. Ma segrete ragioni lo spingevano ad agir cosl: egli aveva ricevuto, il giorno prima, l'invito del ministr o di recarsi ad A!ene, la sua domanrla per ottenere un impiego od altro. essendo stata accettata. Il capitano Calvia, dapprima, ed il colonnello poscia, feeero ossP.rvare a l Collalto che la sua nuova posizione lo mt lteva in condizione diversa dagli altri e non gli dava perciò d ~i tlo d 'interlcquire. Il Collalto, ch'era venuto in Grecia solamente per tornaconto personale, colse la palla al balzo, dette le dimissi~ni e passò sul Re Gio,.r;io ad ossequiare

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