O.C. Grossi - La legione Bertet in Grecia

- 81Nessuno pensò che questi potesse essere Antonio Fratti, giacchè sapevamo che egli faceva parte dello Stato Maggiore del generale Ricciotti, la cui legione non • fu propriamente a Domokos. L'armistizio concluso, convenne partire da Arta. Il colonMilo Berte! ebbe in proposito alcune conferenze col maggiore Costantinidis, capo di stato maggiore rlel colonnello Smolenitz, allo scopo di stabilire le condizioni del rimpatrio. l volontari erano tutti sprovvisti di abili civili: mancavano di danaro e non avrebbero potuto perciò raggiungere le rispettive residenze. Il Bertet, a cui l'invito fattogli dal Ministro della Guerra di condurre in Grecia i suoi volontari, creava una posizione eccezionale e privilegiata, chiese che ciascun volontario, oltre ad una certa indennità che gli avrebbe permesso l'acquisto di abiti, ricevesse l'importo del viavgio in ferrovia dal punto d'aJr. proJo al comune di residenza. Identico trattamento, con leggere variazioni, chiese per gli ufficiali. Il maggiore Costantinidis, telegrafò ad Atene in proposito. Ma il governo centrale ri•pose che il colonnello Bertet avrebbe trovato a Zwerda un piroscafo a sua disposizione e ricevuto da quel capitano di porto la risposta alle sue richieste ~be dovevano essere esaminate dal Consiglio dei Ministri. Su questa assicurazione, il colonnello Bertet, parti con la Legione per ritornare ad Atene. lntamo era stato ordinato il disarmo della legione ed a questo ordine. discutibilissimo del resto, il Bertet non fece opposizione. Chiese però ed ottenne che la legione avrebbe lasciato le armi a Menidion, intendendo così che i suoi volontari uscissero armati dalla città che si erano recati a difendere. Chiese inoltre che la parte!1za della legione fosse fissala al mattino del IO maggio e che la guarnigione avrebbe reso ai partenti gli onori militari. La mattina del 20 maggio la Legione lasciò Arta, diretta a Vonitza. All 'uscita della città, un battaglione di fanteria greca era sch;~ra lo a presentat·ar m. Il Maggiore Costantinidis ed il comandante mil itare di Arla, restituivan'J il saluto agli ufficiali della legione gridando : Viva l'ltalia l 6

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