O.C. Grossi - La legione Bertet in Grecia

-77- - Io sosterrò il ponte, giacchè su di esso devono passare gli uomini •ai muscoli di ferro, dal petto d'acciaio, dal cuore di bronzo. Essi non ~dranno i lamenti e le voci imploranti dei vinti e dei feriti : easi colpiranno senza pietà l'oppressore : essi libereranno la Grecia e ne difenderanno sempre l'integrità. Io li vedrò partire con gioia ed attenderò ansiosa il loro ritorno, contando i minuti, le ore, i giorni, della loro lontanam:a. E quando gli uomini ùal petto d' acciaio e dal cuore di bronzo, ripasseranno vincitori il ponte, allora io uscirò dalla tomba ed al primo di quei valorosi darò it bacio e l'abbraccio dalla Grecia risorta. lo sono bella e gli darò la mia ~bellezza : sono pura e gli dar ò il mio corpo : sono casta e gli darò la mia anima. Che non mi facciano attendere e sospirare lungamente ! - Bella, poetica e forte la leggenda, ncn è vero ? ci chiese l' utficiale. Assentimmo. Ma io pensai che la donna aspetterà e sospirerà ancora lungamente, prima di abbracciare il valoroso vincitore e dargli in premio la sua bellezza, il suo corpo e la aua anima ! Forse era morta di vergogna quel giorno stesso della nostra visita, poche ore prima, quando al momento del pericolo, ella cercò invano tra gli uomini che corsero a difendere il ponte, i figli di Grecia ! • * * Sulla sponda sinistra del fiume, sorge una casetta bianca, smantellata. La nostra guida ci disse che era la dogana turca, abbandonata al principio delle ostilità. Attranrsammo il ponte e potemmo scorgere a 3500 metri in linea retta, la trincea degli Himaret, abbandonata due giorni prima. I turchi l'avevano occupata ed avevano tentato di fortificarvisi, ma il cannone del forte di Arta li aven costretti a desistere dal proposito. Gli anmposti turchi erano però a non più di tre chilometri. - Non tenteranno avanzare ? chiedemmo. L'ufficiale sorrise. - No, rispose. C'è il cannone a tenerli in rispetto. E quan-

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