O.C. Grossi - La legione Bertet in Grecia

- ;)jil ciclo col dito se riesce a vedere stampato il suo nome in qualche periodico, foss'anche l'&o di lloccacamlucc•a. Ora a questo vanesio, un giornale della t•apitale che va per la maggiore, di':! l'incarico di scrivere corrispondenze da Atene riflettenti la situazione. Il povero Poli cercò di sbrigarsela' ed inviò due lunghissime lettere in cui si parlava... di lui, neo altro che di lui. Quante castrnnerie egli abbia scritto in quelle due lettere non dico. So che la sua smania di emergere raggiunse l'estremo limite quando ad un giornale illustrat:> di Roma, egli inviò per la riproduzione, un gruppo fotografico di illustri ignoti, in cu•, naturllmente campeggiava la sua barbula e medagliata figura . Tra le tante panzane ch' egli scrisse una ne va citata pe1 tutte. Scrisse .::he era stato in non so quale campo di battaglia a porgere aiuto ed assislfmza ai feriti e che aveva per suo aiutante di ca'llpo il deputato greco. sig. Homa. Tutto ciò è falso. Gioacchino Poli non si P. mosso mai da Atene - Almeno fino al giorno 10 maggio €gli era in città a far pompa di un berrettone a cui apponeva ogni giorno un fregio di pi L. lo lo vidi mascherato da maggiore: due giorni dopo mi dissero che vestiva da lenente colonnello e credo che sia ritornato ai patri lari col bastone da marescialio. Così va il mondo, lettori :· e Gioacchino Poli, senza coltura, incosciente, di null'allro curante che di se :; tesso, aveva il mandato di illuminare il pubblico italiano, s:J quello che accadeva nella capitale di uno stato lanciato in una guerra che poteva estendersi, da un momento all 'altro, in tutta Europa l Roha da ridere, nevvero ? Eppure è così. Antonio Fr.. tti - generoso c nobile spirito! - onorava il Poli del suo compatimento. Quando, inconlrato!o nella sala da pranzo dell 'Hotel San Giorgio. dopo una lunga discussione che non riporto, giacché non sarebbe possibile il controllo delle grandi verità da lui dPlte che suonerebbero biasimo per gente ancora 1otlo l' impero dell'ubhriacatura di applausi immeritati - quando, dico, dopo una incrt>sciosa - non per noi - discussione, raccontai al Fratti l' incontro col Poli, egli si turò le orecchie pPr non udirne parlare. - E' un degenerato che merita compassione, mi disse. lo non lo ri,parmio, ma, credilo, mi fa proprio pena.

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