O.C. Grossi - La legione Bertet in Grecia

- ;,.[_ risolino e glie ne feci di tutti i colori, sPnza per altro rie>cire nell 'intento. Fortun alo mortale, io t ' invidio e ti a ugu ro che la vita ti ris;:armi gli atroci dolori •·he spezzano le ani me più ri - belli e più ~celtiche l ,. * * Il tre maggio m' incontrai coo1 due italiani. Uno è celebre per un certo bastone istoriato e pPr una quantità di medagl ie che porta con ostentazione alla catena dell'orologio: l'altro fu un gagliardo. Ho nominato Gioacchino Poli di Molfetta ed Antonio Fratti. Non sia interpretato il connubio di questi due nomi come irriverenza pel caduto di Domokos. Io noto gli avvenimenti net:o st~sso ordine in cui seguirono e non è mia la colpa se accanto a quello che ormai è scolpito nei cuori di lutti gl'italiani, io non poss1 citare un nome che non indi.:hi un povero degenerato. Gioacchino Poli, a prima vista, fa. credere a chi lo incontra che sotto la grossa cas~a crania le conservi un cervello di almeno una diecina di chi'oJrammi di peso. L'idea che quell'uomo grosso dalla Jung:~ barba fulva , così medagliato, sia qualche cosa, sorge spontanea in colui che lo osserva, specialmente se questo qualcuno riesce ad afferrare qualche parola di un suo discor:o. Poichè Woacchino Poli, parla sempre, ma in lutti i 3Uoi discorsi, anzi in tutte !e proposizioni formanti i periodi Jei suoi discorsi, trova sempre modo di ricordare al disgraziato interlocutore che egli è l'amico di lmbriani e di Bovio e che è stato a Caprera in pio pellegrinaggio. Come ricordo dr lla visita fatta alla tomba .:li Garibaldi egl i portò dall 'isola-santuari<• un nocloso bastone. che da quel momento assorbì tutti i suoi pensieri e divPnne l''lftlizicne di quanti conoscono il proprietario. Quel pezzo di legno, portava un centinaio di date... riflettenti sempre le epoche salienti della vita di Gioacchino. E Gioacchino, non potendo nella pochezza del suo intelletto parlare di altro, parla di sè e vi marli rizza mostrandovi il bastone e !essendovi la sua biogral1a. Egli è un monomane attinto da tabe ciarlatanesca. E' contento quando si parla di lui, non importa se in bene o in male, e tocca

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