O.C. Grossi - La legione Bertet in Grecia

- 3>- - colonnello il permesso di scendere a terra. ~ i può immaginarE' con quale entusiasmo essi ne approfittarono. Si raccomandò loro di trovarsi a bordo fra due ore e poscia il colonnello, accompagnato dal capitano Collalto e da qualche altro ufTiciale, si recò all' ufficio telegrafico annesso alla capitaneria di porto : di là informava il ministero della guerra greco cl"!e sarebbe giunto con la Legione il giorno dopo al Pireo e che sperava perciò trovare un locale pronto ad accogliere i volontari. Il telegramma era diretto al Sig. Melaxas. il ministro deila guerra che aveva inviato i due piroscafi greci pel nostro trasporto, ma ricever.dolo per la trasmissione, l'ufficiale telegrafico comunicò :\l colonnello cbe il gabinetto Delyannis era dimissionario da qualche giorno e che il re aveva chiamato a succedergli il signor Rallis, il qu :lle aveva assunto, oltre la presidenza del consiglio dei ministri , il portafoglio della marina. fu quindi mutato il nome del destinatario ed il telegramma parti. A Cefalonia provammo la graditissima illusione di ess•re in Italia. Come si sa, quell'isola fu lungamente solto il dominio della repubblica veneta : tutti i s11oi abitanti parlano la nostra lingu1 e quella greca c adoperath soltanto nel carteggio ufficiale. TroYammo la buona popolazione di Argostolis entusiasta di noi : cntus!asmo c!~e si manifestò in una accoglienza calorosa e festante. Due negozianti che sono in rapporti commerciali con le princi· pali case produttrici italiane e triestine, vennero a chiedermi se abbisognavo di qualche cosa - Li ringraziai della loro cortesia, ma quelli indovinando che il mio era un ri fi uto - diremo cosi conrenzionale - non dettato dalla sincerità, mi fecero loro prigioniero e mi conùussero subito a casa, ove mi offrirono innanzi tutto del vermouth, vero ed autentico vermouth di Torino e dei sigari virginia di Trieste. Tra un boccata di fumo ed uua sorsata di vermouth, li interrogai sulla situazione. Erano accasciali. L'eser·- cito, appena entrato in campagna, aveva dato prova di demo· ralizzazione e non aveva corrisposto alla fiducia ed alle speranze della nazione. I comandanti di reparti si erano rivelati insufficienti, pri-Ii di iniziativa, senza cultura strategica. La vittoria finale avrebbe arriso ai Turchi. Questo essi lo confessavan<> con dolore, ma era la naturale e logica conseguenza di un<> stato di cose che durava da anni.

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