O.C. Grossi - La legione Bertet in Grecia

-37- ·------ La loro bontà fu eguale alla loro modestia ed al loro riserbo e quali tesori raccbiu i esse il loro cuore. dimostrarono a Zaverda prima assistendo nella do~orosa agonia il povero Troia, poscia vegliandone piamente la salma tutta la notte. Se la legione fosse stata impegnata in combattimenti. mercè loro. i nostri fe· riti non avrebbero cel'lamente rimpianto le cure materne. C'era anche un triestino, G!avinich, che continuamente si scusava di non parlare con correttezza l'italiano, poiché, diceva, era stata condotto a Vie::ma da bambino ed aveva vissuto da quel tempo sempre in nwzzo ad operai tedes~hi e cost retto perciò a parlarne la lingua. Poteva avere trent 'anni. Era un po' rc,zzo nei modi, ma in compenso non aveva rivali per l'anima eletta. - Perchè hai lasciato tua moglie e sei venuto con noi ? gli chi< si una volta che l'incontrai a notte alta, passeggiando solo e silenzioso in coperta. Egli mi fissò c:>n stupore. Credendo di non esser stato compreso. gli ripetetti la domanda. - E lei perchè è venuto? risp:::se. Per me era un obhligo accorrere dove un popolo com!Jatte per l'unione al!a Patria. Non abbiamo forse , noi di Trieste, lo stesso ideale dei candiotti, degli epiçoti , dei macedoni, di tutti coloro che non possono chia· mare col suo vero nome la loro patria? l o vado in Grecia perchè a nche i Greci, al momento opportuno. vengano a Trieste ad aiutarci. Tutto questo in pessuno italiano, ma c.>n la voce vibrante di emozione. Come l'amano queHta Italia , i fi~li ch'essa allontanò con un patto che offende il sentimento nazionale ! E come è forte l' affetto dei figli per questa madr~ snaturata che li dimentica per correr dietro al padrone, per l' inveterata abitudine di esser la se1·va I talill di dolo1·~ os'ello l * • * Il primo maggio il Samo.i toccò i'isola di Cefalonia ancorando nel porto di Argostolis. l volontari festeggiarono con -conferenze la data della festa dei lavoratori ed ottennero dal

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