O.C. Grossi - La legione Bertet in Grecia

- 31;- rietà - che ci avrebbe incantati se fosse stata dimostrata in tutte le restanti occasioni - · nessuno portò. Erano perciò condannati a mangiare il solo pane se dopo il primo giorno, il colonnello Bertel non ave>se dato prova di generosità, r ivelandoci ad un tratto la grande7.za del suo cuore. Per quattro giorni, ossia fino al loro arril·o al Pireo, i cinquecento legionari ebbero un ran~io di pasta o legumi al mattino ed il Cùmpanalico - formaggio - la sera. Il Bertel pagò col suo danaro a l capitano Cazzo1ti l'ammontare della spesa, non certo indifferente. Un gruppo di sei volontari aveva attirato la mia attenzione. giacchè avevo notato chè i suoi componenti se ne stavano sem· pre in.'lieme e non avevano mai preso parte alle innumerevoli discussioni che tenevano occupati i r imanenti loro compagni. Nè mai , avevano dato occasione ad un richiamo od osservazione qualsiasi. Uno di essi, più degli altri, un giovanetto di diciassette o diciotto anni, dimostrava di comprend~re altamente la missione assuolasi ed era sempre il primo accorrere al suo posto nelle riunioni ordinate dal comandante la legione, Volli saperne qualche cosa e li interrogai. Mi dissero i loro nomi e li trascrivo qui con riconoscenza ed ammirazione, poichè più tardi ebbi il piacere di ritrovarli alla mia compagnia, ove seguitarono a dar prova di abnegazione ed allo spirito militare - Erano il ;;ergente Fornaciat i ed i militi Grecchi, Maggesi, Cavecchi, Ceretti e Peyrani, tutti di Spezia patriottica e forte. L' ultimo era il più giovane d'età della Legione; ma la sua condotta, come quella dei suoi amici e concittadini, fu quella di uomo temprato alle lotte ed alle fatiche. Onore a loro ! E che, allorquando l'Italia avrà bisogno di bt accia per redimere gli a ltri suoi figli, siano ancor essi tra i presenti e sia la loro condotta sulle alpi (;iulie - come già fu sui monti deli 'Epiro - esempio di virtù e di modestia l E giacchè ho fatto dei nomi, sento il dovere - per lo stesso squisito senso di ammirazione che mi spinse a citare quelli dei figli di Spezia - di notare la specchiata condotta di due donne romane, ar ruolatesi nella nostra legione per compiere la più gentile, umana e caritatevole delle missioni : quella d' infermiere. Sono Pierali@i Giuseppina e Rosa Salvatori.

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