O.C. Grossi - La legione Bertet in Grecia

solo la carica di polvere impiegali\ per ucciderle ed il carbone che serve a cuocerle. Pure potrebbero pretendere un prezzo più alto, visto che due uova da bere le fanno pagare ottanta centesimi ! A proposito, non potrebbero darci anche le uova di oca ? Giovanni ritornò nel quadrato e senza parlare mi pose davanti una enorme bottiglia di vino resinato. - Non ne bevo, gli dissi. Le resina, in Italia, si somministra ai tisici e neanche in forma liquida. Portami l'oca. - Eccola, fece Giovanni additando la bottiglia che respingevo con orrote. - Come ? ! Questa è l'oca ? - Sl, signore. Non comprendevo un'acca e non mi raccapezzavo piu. !\la Giovanni non si muoveva e con un viso bronzeo seguitava ad asserire, con un'accento improntato alla massima schiettezza e verità, che l'oca era rappresentata dalla bottiglia; che io avevo ordinato l'oca e che egli aveva soddisfatto il mio desiderio: che l'oca era giu~ta e che perciò non avevo il dritto di r ifiutare... il vino. Dall' altro capo della tavola, divorando un pezzo di castrato e otto nel sego, i! tenente di bordo, Papadopulo, mi ~;uardava di sottccchi e rideva silenziosamente. Compresi allora che un equivoco c'era tra me, l'oca e Giovanni e richiesi di spiegazioni il rubicondo ufficiale. - L' oca, mi spiegò con tutto garbo, è una m1sura di capacità in uso in Grecia. E' qualcosa come il vostro litro ed un quarto. Da noi, comunemente, quando si ordina un'oca, s' intende un' oca Ji vino, ossia... - Ho capito, dissi con un filo di voce, ucciso dal disinganno. Le oche non mi piacciono, affermai a Giovanni il quale mi guardò con fare compassionevole. Da buon seguace di Bacco. egli certo mi disprezzava , come mi avrebbe disprezzato per quella strana confessione un buongustaio ignaro del sistema metrico decimale greco. * * * I volontari. a bordo, avrebbero dovuto consumare quei viveri che fu loro raccomandato di portare e che con una solida-

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