Gli israeliti italiani nella guerra 1915-1918

93 i suoi uonuui, . otto la grandine delle mitragliatrici austriache, che miet evano i nostri oldati e non si udivano che rombi di cannone, crepitare di fucileria e gemit i e rantoli, egli fu un vero prodigio. Sotto tanta r affica di fuoco, e i suoi uomini già decimati, balzò alla testa dei soldati -che ancora rimanevano e si lanciavano per la conquista di una trincea nemica. Ferito gravemente a una gamba da una baionettata, non permise che lo trasportassero al po to di medicazione fin~hè la trincea non fu occupata dai suoi. Per que~to atto di valore gli fu conferita la medaglia d'argento al valor militare con una splendida n1otivazione. Non appena guarito, tornò ai suoi atti ardimentosi, nei cimenti di sangue, sempre con la medesima prodezza, con rinnovato eroisn1o, con la fortuna an1ica; ma nei combattimenti sul Trentino, svoltisi nel mese di luglio rgr6, la fortuna gli volse le spalle, e, colpito a tnorte da un proiettile nemico, si adagiava al suolo. MARIO TREVI Non una sola, ma ben tre famiglie Trevi hanno offerto alla Patria i loro figliuoli, i quali sono andati a combattere col cuore pieno di entusiasmo, di fede e di speranza nei migliori destini verso i quali t endevano le patrie idealità. Il tenente Mario Trevi era di Ancona, la quale guardava con affetto di amorosa sorella Trieste. Giovane ardimentoso, tutto ideale per la sua bella Italia, che con questa guerra completava le sue ultime aspirazioni redentiste, Mario Trevi si yotò al sacrificio con offerta sen1plice e ridente. Nessuno, vedendolo così giovane, ilare, felice nella sua agiata posizione, avrebbe immaginato che in quel petto si racchiudesse un cuore da eroe. All'appello della Patria rispose con gioia, e recatosi in prima fila, ha combattuto strenuamente e su l'Isonzo e sul Carso, poichè da questa parte si doveva aprire la via verso Trieste, la città del sogno italico ;· e anelava di giungere presto a piantare il tricolore su la cupola di S. Giusto, che egli n1irava da lontano con la mente e con ansietà. Carattere aperto a ogni buon sentimento, accoglieva vive simpatie in ogni ceto di persone. Alla guerra era andato pieno di ardore, e per quanto abbia sofferto, nessuno lo ha mai saputo. Per non addolorare la madre, le celava le sue sofferenze e i suoi pericoli, che partecipava solo a qualche an1ico. Nella trincea, gaio e allegro, di umore sempre

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