Gli israeliti italiani nella guerra 1915-1918

•• • • so . . fu subito ntandato su la linea dell 'Isonzo, dove la guerra, da principio si svolgeva col n1assimo furore . A poco a poco, con successivi e continui combattimenti, nei quali Gino Coen c9mbattè sempre con in1perterrito valore, la linea del fuoco fu portata. d'innanzi a Gorizia, e il Coen proseguì a con1battere con eguale ardore, con entusiasmo indicibile. L 'animo suo fremeva dal desiderio di entrare nella città, che sarebbe stata la prin1a importante nostra conquista, la prima terra redenta. In quella citt à, e nella sua redenzione, egli alitava l'odore potente e puro della fronda vittoriosa, del lauro immortale, che avrebbe rinsaldato il petto dei cotnbattenti alle successive vittorie. E là, in quella linea, di fuoco, nella sua indefessa volontà di sacrificio e di dedizione, egli sentiva la sua fede salire sempre più in alto, sentiva la sua fierezza divenire sempre più sicura. Le sue forze, d'innanzi a1le porte della città, oran1ai contesa al netnico, non sen1bravano più u1nane : si svolgevano con ardimento da gigante, con vigoria leonina. Gorizia intanto rigurgitava di nemici disposti a non cedere la città fìnchè fosse rimasto in piedi uno di essi; e in uno degli ultitni com1attinlenti, battendosi da prode, e con la gioia di vedere già la città ~.gon1 bra dell'odiato nen1ico, veniva graven1ente ferito. Che in1portava a Ju i della ferita? Gorizia era redenta, ed egli è ricoverato nell'ospedale della città liberata per la quale aveva sparso il suo sangue. In quell' ospedale, pochi giorni dopo cessava di vivere in conseguenza di fJ Uella ferita: riposa nell a città per ]a cui liberazione aveva eroicamente combattuto. La morte avvenne il r6 ottobre rgr6. Fu proposto per la medaglia d'argent o al valore. Era nipote del tenente generale Achil1e Coen e faceva parte del 97° reggimento fanteria. RAG. ARTURO COLO~IBO Si era appena laureato in ragioneria e per la vita gli sorrideva un brillante avvenire nell'alta banca, essendo dotato di una bellissi111a i nte11igenza e di una grande tenacia nel lavoro, onde non si poteva mett ere in dubbio che le speranze concepite non avessero a realizzarsi. Vero cittadino italiano, sangue latino del piìt puro, allo scoppio della guerra non a pettò di essere chian1ato, non attese che altri gli facesse con1prendere quale fosse j ] ... no dovere, e Yolontarian1ente

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